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Novelli vague
a cura di Alberto Severi
Titivillus edizioni - Pisa 2007
pagg. 382 € 15,00
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Il volume curato da Alberto Severi postula l'esistenza di una nuova tendenza, vague per l'appunto, rappresentata da un gruppo di autori Toscani, di nascita o acquisiti, che negli ultimi anni, anche attraverso una rete di fitte collaborazioni a più livelli, hanno portato sulle scene testi che accostano spunti, temi o strutture e soprattutto il linguaggio del tradizionale teatro vernacolare toscano al moderno teatro d'autore contemporaneo. Lo stesso Severi riconosce, nell'ampia prefazione iniziale, che potrebbe apparire troppo esemplificativo classificare queste esperienze, così variegate e diverse, anche se spesso incrociate in proficue interazioni e collaborazioni, come ciò che si potrebbe definire una nuova scuola drammaturgica dialettale, ma sottolinea al tempo stesso l'importanza di una riscoperta, con formule nuove ed aggiornate, del tentativo operato all'inizio del XX secolo da Augusto Novelli, quello cioè di rendere al dialetto toscano il diritto di cittadinanza in un teatro colto e non solo farsesco e bozzettistico. A sostegno della non trascurabilità di questa nuova tendenza il volume riporta le testimonianze di Nico Garrone, che ha dedicato l'edizione del 2005 del Festival di Radicondoli al teatro vernacolare, e quella di Angelo Savelli, responsabile del progetto "Pan nostrale" presso il Teatro di Rifredi, che dal 2004 si dedica alla rivalutazione, grazie anche alla partecipazione di compagnie amatoriali e filodrammatiche, del teatro in dialetto toscano. Il cuore della pubblicazione è rappresentato dall'antologia di drammaturgie esemplari di questa "Novelli vague". Si parte con chi viene ritenuto il capostipite di questa tendenza, l'Ugo Chiti di "La Soramoglie" e si prosegue con "L’Atletico Ghiacciaia" di Alessandro Benvenuti, "Grogrè" di Marco Zannoni, "I Marziani" dello stesso Alberto Severi, "La cameriera di Puccini" di Nicola Zavagli e "Apollo" di Maria Cassi, Leonardo Brizzi e Marco Zannoni.