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In questo primo scorcio di 2012 il Petruzzelli di Bari è stato spesso al centro delle cronache teatrali. Proprietà e gestione dell’immobile, contratti di lavoro e finanziamenti sono solo alcune questioni che il Consiglio d’amministrazione appena eletto dovrà affrontare, non prima però d’aver nominato un nuovo sovrintendente. Il mandato di Giandomenico Vaccari, infatti, è scaduto a dicembre e la sua riconferma pare sempre più incerta. Almeno questa sembra essere l’indicazione espressa dal Ministero attraverso Alessandro Laterza e Angela Filipponio, suoi rappresentanti nel Cda. Nonostante le iniziali resistenze, anche Comune e Regione si sono adeguati alla linea suggerita da Roma, dove tra i nomi papabili circola con insistenza quello di Francesco Giambrone, in passato sovrintendente del Maggio Musicale Fiorentino. Secondo alcune indiscrezioni, nel totonomine sarebbero finiti anche Laurent Spielmann, già direttore dell'Opera di Nancy, e Vincenzo De Vivo, ex-direttore artistico del Teatro dell’Opera di Roma. Lo stato d’emergenza della fondazione lirica, tuttavia, non è che la punta dell’iceberg nel disastrato tessuto teatrale del capoluogo pugliese, su cui, va detto, istituzioni e opinione pubblica troppe volte hanno steso un velo pietoso. Ma andiamo con ordine. Da novembre il Teatro Comunale Niccolò Piccinni ha chiuso i battenti. Il restauro del più antico palcoscenico cittadino è cominciato con un ritardo imbarazzante, dopo 12 anni di promesse disattese e continui rinvii. L’imponente progetto di restyling e riqualificazione degli spazi – dalla pavimentazione al recupero del loggione – prevede anche la messa a norma degli impianti d’emergenza; basti pensare che gli spettacoli potevano svolgersi solo alla presenza di una camionetta dei vigili del fuoco. La ricostruzione, suddivisa in due fasi, è stata affidata tramite una gara d’appalto all’Edil.co di Matera, che ha offerto un prezzo al ribasso del 45 per cento pari a 15 milioni di euro. I lavori, salvo imprevisti, dovrebbero durare (il condizionale è d’obbligo) almeno un paio d’anni. È un dato di fatto, invece, il calo degli abbonamenti per la nuova stagione di prosa (meno 25%), che il Comune ha scelto di distribuire tra più sedi: il cineteatro Royal, il Kismet, il Petruzzelli e, grazie a una convenzione con l’Apulia Film Commission, il multisala Showville dove i curatori sperano di fare il tutto esaurito proponendo nomi di grosso richiamo come Stefano Accorsi, Elio Germano, Marco Balliani e Angela Finocchiaro. La scelta di una programmazione itinerante – quest’anno già penalizzata nel numero di spettacoli e repliche a causa del budget risicato – non è stata quindi particolarmente apprezzata dagli habitué del Piccinni, nonostante il cauto ottimismo degli organizzatori.  Non se la passa meglio il Kursaal Santalucia, ad oggi ancora “off limits”. Inaugurato nel 1927, la storia di questo teatro è stata scandita da chiusure, ricostruzioni e vendite all’asta andate deserte per essere poi abbandonato in uno stato di sostanziale degrado che ha penalizzato il valore dell’immobile, un gioiello architettonico in stile liberty, di recente svenduto per 2 milioni di euro.  Una nuova destinazione d’uso invece potrebbe essere il futuro del Teatro Margherita, vittima di un incendio poco dopo l’apertura. Fermo da più di 30 anni, lo spazio di Corso Vittorio Emanuele con vista sul mare (tanto da essere considerato il primo eco-mostro della città) potrebbe rinascere a miglior vita diventando uno spazio espositivo riservato all’arte contemporanea.  È condannato infine al silenzio anche l’Auditorium Nino Rota. Dichiarato inagibile nel 1991 dopo solo due lustri di vita, la riapertura della sala da concerto – ricostruita solo in parte – è stata promessa a più riprese dai politici locali di turno, senza mai giungere a nulla di fatto. Come è emerso da un’inchiesta condotta da Repubblica “nella migliore delle ipotesi, fondi permettendo, l’inaugurazione non potrà avvenire prima del termine del 2012”.  Una breve postilla. Entro il 2013 Bari dovrà presentare la sua candidatura come Capitale culturale europea nel 2019. I tempi stringono e di lavoro da fare ce n’è parecchio, ma sarebbe davvero un peccato lasciarsi sfuggire questa chance: potrebbe essere l’occasione per rilanciare finalmente la “città dei teatri”.