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1978-2012: questo l’intervallo di tempo che scorre incessante durante lo spettacolo in scena al Teatro Mercadante di Napoli, dal 9 al 20 maggio, per la regia della francese Myriam Tanant, autrice anche del testo. La chiusura della stagione viene affidata a Shakespeare ma non pensate di assistere al solito “classico”. Mentre Mariangela Melato, nel corso di quest’anno, subisce un incidente e NORA ALLA PROVA da CASA DI BAMBOLA di Ibsen salta, il palcoscenico napoletano accoglie Giulia Lazzarini, nel ruolo di se stessa. Ebbene sì, la storica “Ariel” de LA TEMPESTA del 1978, quella stupefacente di Strehler per intenderci, è lì davanti a noi. Il palcoscenico dalle nude pareti, il sipario aperto, le vele  bianche di un’ipotetica nave accasciate al centro della scena. Tutto sembra pronto per rinascere, per muoversi, per respirare ed alzarsi: niente è morto. Nulla è decaduto e questo ci fa comprendere al meglio il titolo. Il collegamento tra passato, presente e futuro è il leit motiv dell’intera costruzione dello spettacolo, termine quest’ultimo che è limitante nel descrivere REMAKE. Il titolo ricorda le tecniche cinematografiche e sul fondo della scena vengono proiettate immagini della TEMPESTA strehleriana; una giovane allieva attrice, interpretata da Maria Alberta Navello, studia e osserva “Ariel-Giulia”, colei che diventa la sua musa ispiratrice, insegnante, icona, simbolo teatrale. Si attendono altri allievi attori, probabilmente bloccati dalla vera tempesta che tuona all’esterno del teatro. Anche gli spettatori vengono accolti da tuoni e scrosci mentre si accomodano in platea, ma tra un nugolo di foglie e vento, ecco che una porticina laterale, invisibile, introduce Giulia Lazzarini. Una sorta di master class o di lezione mirata, questo è il meccanismo che si intuisce dalla conversazione  tra le due attrici, ma l’assenza di altri partecipanti induce le due ad una conversazione familiare, intima, delicata ed elevata allo stesso tempo. Anche noi avremo la fortuna di assistere a questa lezione.  Manca la luce, la tempesta incombe, le assi di legno del palco levano scricchiolii familiari, le corde che penzolano dalle pareti e dalle quinte intonano i loro suoni lamentosi. Il teatro, luogo magico e tenebroso, parla.  Alcune candele vengono accese sulla ribalta ed ecco svelato il detto “luci della ribalta”. Giulia Lazzarini diventa un prezioso contenitore di informazioni tecniche, curiosità, elementi di storia del teatro, tecnica della recitazione e di regia, analisi dell’estetica teatrale. Ci svela i legami lavorativi ed umani instaurati con Strehler, apre una parentesi storica sulla fine degli anni ’70 in Italia , sottolinea le difficoltà, i problemi, la fatica e le grandi soddisfazioni. L’atmosfera che si crea, grazie alla recitazione naturale della Lazzarini che contrasta con la recitazione accademica e artificiosa dell’altra attrice, arriva ad apici di commozione. Gli spettatori vengono cullati dalle onde delle parole, seguono i movimenti delicati ed ipnotici delle mani dell’attrice, si sorprendono quando le vele accasciate sulla scena si alzano diventando prua di una nave immaginaria che solca il mare in tempesta, per poi diventare grotta concava, utero materno. La giovane attrice adora il personaggio di Caliban ma la Lazzarini afferma che sarebbe un’ottima Miranda e così la ragazza rivive le due personalità provando la “parte”, all’interno dell’utero-caverna. Il teatro contemporaneo porta in scena la prova, lo scheletro un tempo nascosto della messa in scena ufficiale. Attraverso una meta-teatralità innovativa, l’icona del teatro rinasce nel futuro attoriale e generazionale della nuova allieva. REMAKE, rinascita e rifacimento insieme. Le due immagini del passato e del futuro si abbracciano fondendosi, nell’ultima scena, quando la tempesta è ormai passata, pronunciando le splendide battute finali de La Tempesta shakespeariana. La tempesta è davvero finita? Abbiamo davvero bisogno di un remaking culturale? Può ancora il teatro farci comprendere, farci sognare, farci vivere?

REMAKE
Napoli Teatro Mercadante
9-20 maggio 2012
Un racconto di tempesta
drammaturgia e regia Myriam Tanant
regista assistente Emiliano Bronzino
con Giulia Lazzarini e Maria Alberta Navello
scene Francesco Fassone
assistente scenografo Alice Delorenzi
costumi Brigida Sacerdoti
musiche Matteo Curallo
luci Antonio Merola
una produzione Fondazione Teatro Piemonte Europa - Il Contato / Teatro Giacosa di Ivrea