Pin It

SummerTimi, tempo d’estate. Al Franco Parenti si ride e si riflette, in questo caldo luglio, con tre rappresentazioni di Filippo Timi. Si comincia con Amleto 2 e va in scena la contaminazione teatrale, tra clownerie, avanspettacolo, cabaret e fumetto… Sì signori, proprio fumetto, perché i cultori di Ken Parker troveranno  riferimenti all’albo “Un principe per Norma” del 1985. Dove Ken Parker, fuggiasco, si ritrova a recitare Amleto in una compagnia di girovaghi e, fra le attrici, incontrerà un’affascinante “Norma Jean”. E così nella trasposizione scenica di Timi il sipario si apre e si chiude con una spumeggiante Marilyn mentre Amleto, ironico e dissacrante, con un teschio viola in mano, recita il monologo “Essere non essere” sotto una luccicante insegna da saloon. All’interno di un’enorme  gabbia, quella che ognuno di noi porta con sé, Amleto/gorilla ride, salta, corre, gioisce, ama. Un gioco di luci molto ricco trasforma continuamente la realtà, il telo del trono diventa il castello di una strega, la madre di Amleto. Una rilettura dove ogni gesto o parola è studio, percorso del corpo, gioco e provocazione intelligente: Hellzapoppin’ in tutte le sue sfumature. Il divertimento è garantito, in scena un Amleto spiazzante, comico, furibondo, folle e affascinante. Di fronte alla tragedia  ci sono sempre due possibilità: soccombere o esplodere nel massimo della vitalità. Filippo Timi sceglie la seconda trasformando la tragedia in commedia. È comunque una commedia amara, dove il corpo femminile, usato, stuprato, venduto, è un corpo addolorato, dove il potere mostra in ogni momento la sua crudeltà, dove il male trionfa. Come uscirne? Con un canto e con la musica: ottima la scelta musicale di brani classici e contemporanei. Amleto uomo, gettato nella tragedia  in una scelta che non si sente di compiere è molto vicino ad Amleto/Timi, gettato all’interno di una gabbia cupa da cui si esce solo morti. La sua indecisione, la sua sospensione rappresentano un’anima doppia. Timi drammaturgo e regista, riesce a cogliere l’essenziale ambiguità del teatro shakespeariano, il suo doppio registro, che libera e corrompe i confini delle parole offrendo una rappresentazione del reale in tutta la sia poliedricità. Se nella tragedia un clown scurrile e un volgare becchino accompagnano il giovane, nell’Amleto al quadrato, il protagonista stesso diventa quel clown, quel becchino. Elevare un numero ad una certa potenza significa moltiplicarlo più volte per sé stesso. Amleto di Timi si moltiplica in tutte le sue sfaccettature per diventare altro e fuggire da una realtà che fa orrore. Bravissimo Timi ma anche i suoi compagni d’arte che danno prova di saper esprimere scenicamente un corpo in tutte le sue possibilità. 
Prossimo appuntamento Giuliett’ e Romeo.

Amleto 2
Uno spettacolo di e con Filippo Timi
con Lucia Mascino, Marina Rocco, Luca Pignagnoli, Elena Lietti
Luci Marcello Jazzetti
Assistente alla Regia Fabio Cherstich
Secondo Assistente alla Regia Raphael Tobia Vogel
Direttore dell’Allestimento Emanuele Salamanca
Direttore di Scena Armando Tortora
Elettricista  Mirco Segatto
Fonico  Matteo Simonetta
Sarte Simona Dondoni e Ginevra Danielli
Produzione Esecutiva Federico Parenti
Produzione Teatro Franco Parenti
Teatro Franco Parenti fino a domenica 15 luglio