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E’ sicuramente intrigante, ricco di spunti di riflessione acuti ed agganciato alle follie ed alle crudeltà dei nostri giorni, l’adattamento del “Riccardo III” di William Shakespeare, del regista catanese Elio Gimbo che ha proposto uno spettacolo gradito dal pubblico in uno scenario particolarmente suggestivo come il Castello Normanno di Aci Castello, a pochi chilometri da Catania. Elio Gimbo, che ha curato anche la traduzione

e la regia, con un lavoro certosino e di estrema precisione, riporta l’originale testo shakespeariano da cinque a tre atti dando vita ad un lavoro a più voci con personaggi e pupi, con quest’ultimi che nella terza parte hanno concluso lo spettacolo tra i consensi del pubblico. Prodotto da  Fabbricateatro e con la partecipazione, sempre preziosa e di grande effetto, della Marionettistica dei Fratelli Napoli è un lavoro sicuramente complesso, di grande spessore, che affronta problematiche come le atrocità della guerra, l’estrema cattiveria umana, la crudeltà delle guerre civili, i pericoli di un ritorno a situazioni come quelle del conflitto bosniaco e della strage di Srebrenica. A tutto questo, nella nota vicenda di Riccardo III e della tragica “guerra delle due rose” tra i Lancaster e gli York, le cui vicende insanguinarono l'Inghilterra per 30 anni circa (dal 1455 al 1485), si è ispirato il regista Elio Gimbo che da qualche anno, con notevole successo, sta proponendo con i suoi lavori (“Amleto” lo scorso anno e “Riccardo III” quest’anno) una sorta di “teatro epico - popolare”, un vero e proprio teatro di “memoria, di monito e di riflessione”, avvalendosi di una messinscena suggestiva e con varie tecniche (recitazione, opera dei pupi, proiezioni video) e nelle due rappresentazioni  e di una location incantevole, che trasuda storia, memoria, emozioni, come il Castello Normanno di Aci Castello. Nel testo di Shakespeare, scritto alla fine del 1500, si assiste all’ascesa di un uomo che, passando sopra i cadaveri di tutti coloro che lo separano dalla corona, diventa re d’Inghilterra e muore poco tempo dopo in battaglia. La sanguinosa missione di Riccardo è una piccola parte dell’ingranaggio gigantesco della Storia che si esplica attraverso un geniale prodotto della bestialità umana: il Potere. Ogni personaggio diventa metafora di popoli e nazioni, un uomo si trasforma in un esercito, mentre in ogni tradimento di Riccardo, in ogni sua temporanea conquista, si riscoprono le guerre, le persecuzioni, gli abomini del passato e del presente. Nell’adattamento di Gimbo estremamente convincenti tutti gli interpreti della pièce a cominciare dal “cattivo” per antonomasia, il duca di Gloucester e poi re Riccardo III, reso con irruenza da Giuseppe Gumina, dal re Eduardo di Santi Consoli all’Elisabetta di Sabrina Tellico, dalla Lady Grey di Alessia Consoli all’intensa Margherita di Maribella Piana ed alla Lady Anna di Ester Pantano. Completano poi  il folto cast, nei vari ruoli, Pietro Coco, Massimiliano Carastro, Sergio Trefiletti, Ester Pantano, Gabriele Arena, Alessandro Coppola, Salvo Leontini, Simone Cappuccio, Alfio Caltabiano, Giuseppe Giusa, Salvatore Cocuzza, Andrea Sicilia, Giulia Antille, Gabriele La Spina, Daniele Scalia, Pietro Lo Certo. Alla riuscita della pièce contribuiscono anche i costumi curati da Rosy Bellomia ed i filmati di Alessandro Marinaro. Assistente alla regia è Graziella Giunta. Di grande effetto la partecipazione della Marionettistica dei Fratelli Napoli (Fiorenzo Napoli, Giuseppe, Alessandro, Davide, Dario e Marco Napoli) che oltre agli interventi con gli straordinari pupi, ha poi chiuso nel terzo atto, nella cavea che un tempo era occupata dall'antica chiesa del maniero di Aci Castello, lo spettacolo con la sanguinosa battaglia finale tra i cattivi di Riccardo III ed i buoni di Richmond con la vittoria e la saggezza finale di quest’ultimo che ha ribadito, come avviene nella tragedia e nell’Opera dei pupi, quell’aspirazione a un ordine sociale e ad un mondo più giusto. Applausi finali, convinti ed entusiasti del pubblico, per la valida compagnia, per l’allestimento e per il teatro di memoria ed epico-popolare di Elio Gimbo.