Recensioni
Drammaturgia contemporanea in scena
- Scritto da Maurizio Sesto Giordano
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Il poliedrico “raccontatore”, il rinnovatore della scena culturale italiana Ascanio Celestini è stato ospite al Centro Zo di Catania, nell’anteprima della decima Rassegna di arti performative “AltreScene” con il suo spettacolo “Storie e controstorie”. L’attore ed autore romano, solo sul palco, per circa un ora e mezza, attraverso le sue note capacità affabulatorie, intreccia storie, vicende di vita, sensazioni e persino barzellette, coinvolgendo, divertendo e facendo riflettere il pubblico sulle contraddizioni, sulle ansie della nostra Italia e dell’uomo di oggi in genere. Fresco dei successi del suo film “Viva la Sposa”, presentato a Venezia e del recente “Laika” al Roma-Europa Festival, Ascanio Celestini è attualmente in tournèe in Italia ed il suo affezionato pubblico lo segue e riempie i teatri dove lui si esibisce, così come è stato anche a Catania. In “Storie e controstorie” ritroviamo
- Scritto da Maria Dolores Pesce
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Ha esordito il 15 dicembre al teatro della Corte di Genova, tra le compagnie ospiti dello Stabile, e resterà in cartellone fino al 20 questa interessante e, per certi versi inquietante, drammaturgia del francese Eric-Emmanuel Schmitt, scritta agli inizi degli anni 90 del novecento. È a mio avviso una ulteriore dimostrazione della curiosità e della capacità di Valerio Binasco, che ne è traduttore, adattatore e regista (quindi dramaturg in senso pieno), di accostarsi e indagare testi di spessore intellettuale e capaci di sprigionare in scena potenzialità significanti talora inespressi. Berggasse 19, Sigmund Freud nella Vienna del 1938 ormai assorbita dal nazismo, sulla soglia dell’esilio e, di lì a poco, della morte, fa, insieme alla figlia Anna, gli ultimi conti con la Gestapo e insieme a questi, quasi inevitabilmente, con la sua vita al tramonto. Ad aiutarlo, o forse a scompigliargli le carte,
- Scritto da Alessandra Bernocco
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Si chiama ecmesia ed è una forma di alterazione della memoria. Succede quando i ricordi del passato, anche molto lontani nel tempo, si riaffacciano con il vigore di esperienze in atto. Si manifesta in condizioni di eccitazione emotiva e in punto di morte. Bene, Maledetto nei secoli l'amore, il racconto scritto da Carlo D'Amicis nel 2009 e portato in scena come monologo da Valentina Sperlì diretta da Renata Palminiello, mi è sembrato il resoconto di un'ecmesia. Un resoconto pronunciato come orazione funebre molto sui generis. Innanzitutto perché il morto non è ancora propriamente tale, e quindi è suscettibile di ecmesia. Secondariamente perché in veste di celebrante c'è una tenebrosa signora
- Scritto da Emanuela Ferrauto
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Napoli può diventare un grande parco a tema? Cominciamo dalla fine. La morte. Inutile nascondere il colpo di scena, poiché si comprende sin dall’inizio quale sarà la conclusione. O meglio, la morte è costantemente protagonista, simbolica o reale, dell’intero racconto. Giuseppe Montesano, autore napoletano pluripremiato, intitola il suo romanzo, pubblicato nel 2005, DI QUESTA VITA MENZOGNERA, ed Enrico Ianniello ne riprende il testo per il suo adattamento scenico. Molteplici personaggi, una famiglia: i Negromonte salgono sul palcoscenico del Piccolo Bellini di Napoli, dall’8 al 13 dicembre. Ianniello li ingurgita voracemente, interpretandoli tutti. Da un lato, il giovane Andrea, dall’altro la famiglia dei Negromonte, al centro il dandy Cardano ed il suo segretario/discepolo Roberto, che ci conduce negli inferi della settecentesca villa.
- Scritto da Maria Dolores Pesce
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Se c’è una caratteristica essenziale nella scrittura di Alberto Gozzi, questa, a mio avviso, dovrebbe essere individuata e riassunta nella leggerezza, cioè in quella capacità di aderire, con una sintassi semplice ma mai semplificata o semplificante, alle questioni che affronta e ai concetti che sviluppa quasi disegnandone, con delicatezza appunto, i profili senza deturparli o deformarli con la violenza del preconcetto. È una scrittura che ci accompagna e, pur così ricca di suggerimenti e di corrispondenze, sembra insieme a noi costruire un percorso di senso e di significato avvalendosi di un motore tanto potente quanto ormai desueto, l’immaginazione. “Eva futura” è la sua più recente drammaturgia, in scena al Teatro Astra di Torino per la Stagione di TPE Teatro Piemonte Europa, dall’8 al 13 dicembre. Più che liberamente tratta dall’omonimo romanzo ottocentesco
- Scritto da Emanuela Ferrauto
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La luce è generatrice di questi spettacoli. Dopo la visione di “Bianco su bianco”, la folgorazione. La luce inonda gli occhi degli spettatori, il racconto, gestito attraverso la luce, riempie gli animi del pubblico. La compagnia Finzi Pasca è generatrice di luci e sogni. Accorriamo numerosi e curiosi al debutto napoletano de LA VERITÀ, che riempie il Teatro Bellini di Napoli, dall’8 al 13 dicembre. Lo spettacolo è definito “un viaggio poetico e acrobatico nel surrealismo”: pensate ad una porta temporale, uno squarcio che si apre sul palcoscenico, un vortice che spalanca gli occhi degli spettatori e che trascina in un mondo altro. Per quante elucubrazioni si possano fare su ciò che vediamo, questa è sicuramente la sensazione immediata. Ciò che sorprende è che la meraviglia – elemento fondamentale della poetica “Finzi Pasca”- colpisce non solo gli spettatori che assistono per la prima volta alle produzioni straordinarie di questa compagnia, ma anche coloro che, dopo una prima visione, sembrano non poter fare a meno di questo