Recensioni
Drammaturgia contemporanea in scena
- Scritto da Angela Villa
- Visite: 1538
Tatiana Olear porta in scena un testo di Haresh Sharma (pluripremiato drammaturgo di Singapore e condirettore artistico dell'annuale M1 Singapore Fringe Festival, per la prima volta tradotto e rappresentato in Italia) e lo fa con una regia semplice e dinamica al tempo stesso. Lo spettacolo è una produzione Chronos3 in collaborazione con OUTIS Centro Nazionale di Drammaturgia Contemporanea, ObarraO Edizioni e Isolacasateatro di Milano. Una rete per sostenere un progetto che ha un respiro ampio. Una donna sola in scena, racconta la sua esperienza in una delle metropoli più multiculturale e multirazziale del mondo. Temi universali: il lavoro, il divorzio la malattia
- Scritto da Angela Villa
- Visite: 1683
«Il valore non serve a nulla, la sorte domina su tutto e i più coraggiosi, spesso cadono per mano dei codardi» Questa frase di Tacito esprime in sintesi il lavoro drammaturgico che Francesca Garolla compie nell’ultimo testo della sua trilogia (“SOLO DI ME. Se non fossi stata Ifigenia sarei Alcesti o Medea”; “NN Figli di nessuno” sono le precedenti tappe del suo percorso) Una riflessione sulla morte in una società che inconsciamente tiene lontano dal proprio vissuto la vecchia, la malattia, la morte. La caducità umana. Il testo prende spunto da un fatto realmente accaduto. Il 29 maggio 1993 un convoglio di aiuti umanitari diretto alle città
- Scritto da Emanuela Ferrauto
- Visite: 3804
Una serie di spettacoli in scena durante StartUp Taranto 2015 hanno colpito la nostra attenzione e, invece di descriverli velocemente all’interno del consueto diario, sembra che valga la pena di parlarne specificatamente, in maniera approfondita e con maggior attenzione. Partiamo da IL MATRIMONIO, testo di Nikolaj Vasil’evič Gogol’, commedia composta nella prima metà dell’Ottocento, ed in scena per la prima volta nel 1842. I Cantieri Teatrali Koreja di Lecce si appropriano di un testo drammaturgico la cui collocazione storico-culturale è quella dell’Ottocento nell’Europa dell’Est, in una narrazione da commedia in cui gli interni fanno da padroni e
- Scritto da Emanuela Ferrauto
- Visite: 2499
Diamo in pasto l’animale a quelle belve ancor più feroci: diamo in pasto l’attore alla voracità del pubblico. In effetti se gli spettatori fossero davvero voraci, oggi, l’attore sarebbe ancor più felice, ma questa morte e questa vita da palcoscenico decadono in un’ arida solitudine che si risveglia, ogni giorno, in una vita più florida. Alessandra Fabbri si presenta così, attrice ed animale da palcoscenico insieme, presso la Sala Assoli di Napoli, teatro che, in occasione del suo trentennale di attività, rivede in scena numerosi lavori, registi ed artisti che hanno segnato la sua storia, attraverso un ricchissimo programma che si estende da settembre a gennaio. Anche Davide Iodice ritorna a Sala Assoli con questo suo “poemetto fisico”, come lui stesso lo definisce, in cui il senso dell’attorialità viene messo a nudo e rappresentato
- Scritto da Maria Dolores Pesce
- Visite: 1608
Illuminare la propria intima oscurità, ciò che è di per sé oscuro, guardandola negli occhi, è un ossimoro non solamente retorico ma soprattutto psicologico che quasi sempre non riusciamo a permetterci e a cui invece Enrique Vargas ed il suo teatro, ovvero il teatro quale è al suo fondo, ci inducono, talora con forza quasi violenta, talora con una sottile persuasione velata di malinconica dolcezza.
È come dare “geografia” alla psicologia, squadernare davanti a noi, nel segno stesso di Conrad, dare piedi e mani a quella peripezia che vuole accompagnarci ad una sorta di male fondativo, quel peccato originale dell’uomo che paradossalmente nasce dal frutto della conoscenza e da cui nasce
- Scritto da Alessandra Bernocco
- Visite: 1916
Una confessione rinviata fin sulla tomba della madre, che come tutte le madri aveva capito, senza fare domande e senza dare giudizi. Amando, semplicemente, quel figlio omosessuale che la sera usciva di casa e chissà quando sarebbe tornato, accompagnato soltanto da una raccomandazione amorevole, 'statti attiantu'.
Masculu e fiammina è il nuovo lavoro di Saverio La Ruina, un work in progress presentato il 16 settembre scorso come mise en espace al Teatro India di Roma, nell'ambito della ventiduesima edizione de Il garofano verde, la rassegna di teatro omosessuale curata da Rodolfo Di Giammarco.
Si tratta ancora una volta di un flusso ininterrotto di parole nella sua lingua impervia- il dialetto calabrese-,