Recensioni
Drammaturgia contemporanea in scena
- Scritto da Emanuela Ferrauto
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Se le barche ed il mare hanno caratterizzato gli scenari principali degli spettacoli dell’EFESTOVAL, il Festival dei Vulcani, creato da Mimmo Borrelli all’interno di luoghi inediti, nella zona dei Campi Flegrei, certamente non poteva mancare il Lago Miseno. Per chi non avesse mai visitato questi luoghi ameni, vicini a Napoli, dobbiamo sicuramente affermare che l’acqua è l’elemento caratterizzante gli abitanti di questa zona. E tanto più proprio a Capo Miseno, dove strisce di terra dividono l’acqua del lago vulcanico da quella del mare. Zone marittime, dunque, dove però la natura vulcanica e collinare si fonde, dando vita ad un vero e proprio paradiso. Per una sera
- Scritto da Marcello Isidori
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Il Teatro dei Conciatori di Roma apre la sua stagione quasi interamente dedicata alla drammaturgia contemporanea con un interessante pezzo scritto e diretto da Giuseppe Manfridi, che lo vede anche in scena in compagnia di Nelly Jensen. Un atto unico in tempo reale, serrato e intenso, dove la parola dei due protagonisti è assoluta padrona di una scena scarna e fortemente evocativa. Un paesaggio brullo e misterioso, illuminato fiocamente, dove unici elementi verticali sono quattro alberi spogli. E poi, sparsi, alcuni ciottoli, un paio di scarpe da donna, una quantità di bottiglie vuote. Sono gli elementi che, insieme al loro fitto dialogo, aiuteranno i due personaggi
- Scritto da Maurizio Sesto Giordano
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Tutti con la testa in su, a sgranare gli occhi, cercando di inseguire questa o quell’immagine o proiezione, ad emozionarsi per una frase, una canzone o un brano musicale, cercando di immaginare il proprio futuro, della Sicilia, del Sud, magari affacciandosi da un balcone. Per due serate, nell’atrio interno del Palazzo municipale di Catania, a chiusura del Festival I ART (in corso dal mese di maggio in tutta la Sicilia), il regista catanese Guglielmo Ferro e l’associazione Gesti, hanno proposto, sotto gli occhi di un pubblico piacevolmente interessato e coinvolto, la performance “Balconi in Cornice”, un progetto multidisciplinare ed inedito che assembla, con sapienza e professionalità, musicisti classici e contemporanei, ballerini, scrittori e drammaturghi, riuscendo attraverso le arti contemporanee ed i loro
- Scritto da Emanuela Ferrauto
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Ritorniamo sul mare, in un vero e proprio cantiere navale. L’EFESTOVAL ci accoglie a Bacoli, presso lo storico Cantiere Navale Postiglione. Stavolta il capannone è enorme, il volto di Efesto, simbolo di questo Festival, campeggia all’ingresso, sulla parete del capannone. La bella baia fa da contorno, il suono delle corde e delle vele ammainate delle barche e barchette che ondeggiano alla brezza della sera, riempie i (pochi) silenzi del lungo discorso di Telemaco –Perrotta. Joyette, nave del 1907, fa da sfondo al palcoscenico: sottoposta ad un lungo ed ambizioso procedimento di restauro e di recupero dei materiali originari, si erge maestosa e nuda alle spalle dell’attore. La scelta di questa location stavolta coniuga il mare e la navigazione alla famosa storia di Ulisse, che diventa eroe invisibile ed atteso, raccontato
- Scritto da Maurizio Sesto Giordano
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Fantasia coloratissima, vivace, rumorosa sulle scena ed in sala, che stringe la mano a fatti realmente accaduti in una città, Catania, da sempre ricca di sentimento, di colori, calore e gioioso vociare, ma soprattutto con il bisogno di socializzare, di sdrammatizzare tutto e prendere la vita con filosofia. Su questi canoni, su tali presupposti e con un preciso rigore registico ed un notevole impegno e buona volontà da parte dei protagonisti, è costruita la rappresentazione, andata in scena, in data unica, al Cortile Platamone di Catania, “’Ntonia e Pasqualinu” del giornalista Giuseppe Lazzaro Danzuso, tratta dal racconto "Toni e Pasqualino" del libro
- Scritto da Emanuela Ferrauto
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“’ O stabiliment”: difficile riprodurre con la scrittura la pronuncia tipica delle vocali tarantine ma questa è l’invocazione che il giovane protagonista ripete all’inizio dello spettacolo e sarà l’unica parola che pronuncerà in dialetto.” ’O stabiliment”, ossia lo stabilimento ILVA di Taranto, per due sere consecutive si trasferisce in Campania. L’ex stabilimento ILVA di Bagnoli, in provincia di Napoli, accoglie lo spettacolo scritto da Gaetano Colella, che ne è anche protagonista, e diretto da Enrico Messina. L’invocazione rivolta al mostro – divinità, pronunciata dall’attore Andrea Simonetti, apre la scena. L’accoglienza rivolta agli spettatori è caratterizzata da quella fetta di mare che un tempo vedeva nastri trasportatori, acciaio, materiali vari e navi caricate e scaricate, e che adesso, invece, sembra delineare elegantemente il profilo