Recensioni
Drammaturgia contemporanea in scena
- Scritto da Angela Villa
- Visite: 980
Il secondo spettacolo del Festival delle Regioni promosso dall’Outis, è un evento multimediale: monologhi, dialoghi, improvvisazioni con il pubblico e video; un eterogeneità di mondi scenici scritto e interpretato da Alessandro Di Pauli e Tommaso Pecile. I due giovani sceneggiatori, sono ideatori e autori della prima Serie Tv sull’Homo furlanus, una serie che ha avuto un grande successo nella rete, fenomeno da analizzare, oggi il teatro corre anche in rete e regala innovazioni da seguire sperimentazioni su cui riflettere. E’ la rete che fagocita il teatro o è il teatro che ne esce arricchito e usa tutti i mezzi a disposizione per raccontare storie? In questo caso l’esperimento è riuscito. I due autori accompagnano gli spettatori in un divertente excursus sulle caratteristiche e sulle contraddizioni ma anche i luoghi comuni sul Friuli
- Scritto da Angela Villa
- Visite: 2457
Di fronte alla mise en espace garbata e delicata del rione di Annibale Ruccello curata da Monica Nappo, revisione scenica di Gian Maria Cervo, mi sono venuti in mente i rioni di oggi e le velocissime trasformazioni che sono avvenute in pochi anni: non più piccoli affari, prostitute e madri tradite, non più giovani donne costrette a vivere di stenti, ma corrieri della droga, giri di pedofilia, scontri armati per le vie per aggiudicarsi l’ultimo business: quello delle slot machine che vede impegnate gang di minorenni. Questo racconterebbe oggi Annibale Ruccello e ci sarebbe poco da ridere. Anche se sentire recitare in napoletano, lingua musicale e ricca di sfumature, suscita sempre facile ilarità. «Annibale Ruccello rappresenta accanto a Enzo Moscato e Manlio Santanelli la punta di diamante della "nuova drammaturgia napoletana", espressiva di
- Scritto da Paolo Randazzo
- Visite: 1559
Borina (Liboria) Serrafalco non era bella e nemmeno era troppo brutta, era alta soprattutto, molto alta, e questo non era certo un gran vantaggio se una donna voleva convolare a giuste e doverose nozze, anzi era proprio un problema e Borina lo sapeva così bene da non farsi troppi scrupoli quando a farsi avanti fu Cataldo Liuzzo, pilorusso, basso, tarchiato e brutto forte: si sposarono e sarebbe stato un matrimonio come tanti nella sonnolenta provincia siciliana appena a nord di Catania. Tutto bene? No, perché Cataldo se ne va all’ improvviso, emigra in Australia, se ne va a cercar fortuna dall’altra parte del mondo e ci resterà per 30 anni senza mandare
- Scritto da Maria Dolores Pesce
- Visite: 1549
Si chiude con questa quinta pièce la Rassegna di Drammaturgia Contemporanea alla Piccola Corte del Teatro Stabile di Genova, in scena da mercoledì 8 luglio a sabato 18 luglio, e si chiude a mio avviso, senza scomodare la parabola delle Nozze di Cana, con il vino migliore. Mario Jorio, che è il regista di questa interessante messa in scena sulla versione italiana di Alessandro Bassini, è stato infatti capace di reinventare drammaturgicamente la sintassi secca da “teatro-inchiesta” del lavoro dello svedese Joans-Hassen Khemiri, di padre tunisino e madre svedese, ricostruendo un linguaggio scenico che, nelle forme dello sdoppiamento straniante e insieme della identificazione-immersione psicologica nel personaggio così ridefinito significativamente, trasforma l’inchiesta in narrazione, in vero e proprio
- Scritto da Emanuela Ferrauto
- Visite: 1411
VI ed ultima parte: si conclude il nostro diario dedicato al Napoli Teatro Festival Italia 2015. Come promesso, anche la conclusione di questo sguardo prolungato è caratterizzata dalla Sicilia, ed in particolare da due spettacoli che hanno chiuso il cartellone del Fringe Festival. Parliamo di VOLVER, produzione BABEL CREW e regia di Giuseppe Provinzano. Made in Palermo anche PORTOBELLO NEVER DIES, di Rosario Palazzolo, da un’idea di Delia Calò, Monica Andolina e Chiara Pulizzotto.
Con VOLVER, premio alle arti sceniche Tuttoteatro.com Dante Cappelletti XI edizione, ci trasferiamo in Argentina, pur partendo dalla terra siciliana ed approdando in America. Ed il titolo, in spagnolo, rappresenta il senso più profondo di tutto il raccono. Il “tornare” ma, in barba ad Ulisse, si può anche decidere di non tornare più. La storia, ambientata a Messina e dintorni, durante e dopo il terremoto del 1908 che colpisce anche i piccoli centri circostanti, si protrae
- Scritto da Emanuela Ferrauto
- Visite: 1467
Il nostro sguardo rivolto al NTFI 2015 si sofferma ancora una volta su alcuni spettacoli inseriti all’interno del programma del Fringe Festival. In realtà il nostro percorso si conclude proprio con gli spettacoli di giovani compagnie provenienti dal Sud Italia, e con un approfondimento su DINAMO, produzione internazionale che vede tornare Tolchachir sul palcoscenico napoletano.
L’esperienza con JERNEJ apre le porte ad un’atmosfera delicata che ricorda il racconto d’altri tempi. Il primo impatto con questo spettacolo sembra catapultare lo spettatore verso il racconto medievale che si allestiva nelle piazze e negli spazi aperti, riproducendo in scena il contatto con la tecnica del mimo, con il teatrino dei burattini ed il racconto popolare con morale finale. In realtà, ci spiega la protagonista, l’attrice Simona Di Maio, il racconto è ottocentesco ed