Recensioni
Drammaturgia contemporanea in scena
- Scritto da Paolo Randazzo
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Non c’è in questo momento storico un tema che per l’arte occidentale è più necessario ed insieme più rischioso di quello che riguarda la migrazione (e gli effetti culturali, politici, economici di questo movimento) di milioni di persone dal sud e dal sud-est del mondo verso l’Europa. Un tema centrale e presente da decenni nel dibattito culturale e nella elaborazione estetica, divenuto oggi di bruciante attualità; un tema scivoloso che è difficile comunicare con equilibrio perché da una parte facilmente soggetto a interpretazioni più o meno apertamente o subdolamente razziste, dall’altra a semplificazioni legate a un superficiale “politicamente corretto” ma che,
- Scritto da Emanuela Ferrauto
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Ritornano in scena le produzioni internazionali, in questo caso un podotto plurilinguistico, sia nel progetto che sulla scena, in cui confluiscono cinque persone provenienti da quatto Paesi diversi: Italia, Australia, Colombia e Stati Uniti d’America. Parliamo delle VUELTAS BRAVAS PRODUCCIONES che nascono dall’incontro tra Lorenzo Montanini, Tina Mitchelle e Jhon Alex Toro, nel 2012. Prima produzione questo MISS JULIA, debutta in Italia al NTFI 2015. In questa confluenza di lingue e di culture, l’Italia, nella figura di Montanini, rappresenta l’unico Paese europeo indicato in questa produzione, ed il testo è propriamente europeo, LA SIGNORINA JULIE di August Strindberg appunto. Ma la confluenza di culture trasporta e trasferisce il discorso in America Latina, riportando in scena le differenze di classe,
- Scritto da Maria Dolores Pesce
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È italiana e dell’Italia parla la quarta delle cinque drammaturgie contemporanee in rassegna per lo Stabile di Genova alla Piccola Corte. Parla dell’Italia di oggi assediata dalla crisi ed erosa dal degrado sociale ma che cerca volonterosamente ed ostinatamente di preservare una parvenza di normalità e di dignità, nascondendo sotto il pavimento dei suoi stracci, che ancora prodigiosamente vogliono e riescono a produrre sogni e desideri, l’erosione e lo slittamento di ormai sbiaditi valori di solidarietà familiare in un contesto sociale in cui l’unico valore rimasto è quello del denaro, cui tutti gli altri volenti o nolenti devono subordinarsi.
Racconta di una madre piegata ma non vinta, sola, ed il termine è quanto mai appropriato per questa vita
- Scritto da Daniele Stefanoni
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NIP, cioè “Not Important Person”, viene dritto dritto dai festival e ne ha ancora tutta l’aria. “NIP” (prodotto da “Macelleria Ettore_teatro al kg”), vincitore del Premio Nuova Scena Tn 2013 del Centro Santa Chiara di Trento, finalista al Premio Kantor 2010 del Crt di Milano, ha alle spalle il sostegno di vere e proprie officine teatrali come Centrale di Fies, Scarlattine Teatro e Spazio Off.
Risulta pertanto piuttosto inconsueto trovarlo in un teatro milanese tradizionale, sebbene apertissimo alle sperimentazioni, come l’OUT OFF (via Mac Mahon 16, fino al 21 giugno 2015). Ma se la risposta del pubblico, in termini di numeri, non è ancora paragonabile alla prosa dei grandi autori,
- Scritto da Emanuela Ferrauto
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La terza parte del diario del Festival si sofferma su Napoli, o meglio, sotto diversi aspetti, analizza tre spettacoli che riportano in scena autori, registi e produzioni legati alla città partenopea. Riprendiamo il discorso ritornando al Fringe Festival che, in questo caso, presenta in scena un testo inedito di un giovane autore, così come giovani sono gli interpreti, napoletani anch’essi. Parliamo di CRONOS ’O PATEMAMMONE, testo e regia di Giovanni Del Prete, in scena Francesca Iovine, Orazio Cerlino, Antonio Vitale, e la collaborazione di CARAVAN TEATRO. Bisogna distinguere la figura di Cronos, ossia Chronos, la divinità descritta dalla religione orfica, che identifica il tempo ed il suo passaggio, da Cronos, il Titano descritto da Esiodo, il personaggio cioè che evirò il padre Urano, per ordine della Madre Gaia, costretta dal consorte a non partorire i suoi figli, Ciclopi compresi. Entrambi i personaggi sono collocati alle origini della cultura universale, e naturalmente di quella greca,
- Scritto da Maurizio Sesto Giordano
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L’Associazione culturale “Oltre le quinte”, a chiusura della stagione di prosa 2015 della Sala Magma di Catania ha proposto l’attuale pièce di Luigi Favara “Era mia figlia”, atto unico drammatico che introduce il pubblico nell’oscuro mondo della pedofilia o meglio nell’uso ed abuso, soprattutto dei più giovani, dei computer, di internet e dei social network che, sempre di più, vengono sfruttati dai tanti malintenzionati presenti online, sotto mentite spoglie.
L’autore Luigi Favara, presente anche in scena, in circa 70 minuti, racconta legando l’antico con il moderno ed il futuristico con gli umori e i ritmi della musicalità siciliana, il dramma, la disperazione, di una madre siciliana, Lucia Reina, che, emigrata con la figlia tredicenne, Luisa,