Recensioni
Drammaturgia contemporanea in scena
- Scritto da Maria Dolores Pesce
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Enzo Moscato riscrive in questo suo lavoro Carmen, icona simbolo di un femminile ribelle e libero e quindi anche dello sguardo insicuro e violento di un maschile in discussione, iscrivendola come una sorta di continua gestazione e di ripetuto travaglio all’interno del ventre caldo e oscuro di Napoli, così che quella stessa icona si fa man mano metafora di una più generale condizione umana ed esistenziale, oltre ovviamente la più facile sociologia, che tutti ci riguarda e tutti ci coinvolge.
Come un eterno ritorno a sé stessi dunque la drammaturgia (uno spettacolo nuovo, di teatro e di musica, di poesia e di ritmo lo definiscono gli autori) si apre e si chiude sui due protagonisti non domi, ma feriti e sfigurati dalla perenne incapacità a gestire, anche nella relazione, quei sentimenti e quella affettività
- Scritto da Alessandra Bernocco
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Ben Moor è un pluripremiato autore britannico e Tre desideri una commedia acclamata al festival di Edimburgo 2001, almeno così leggiamo nella breve presentazione dello spettacolo ora in scena al teatro dell'Orologio di Roma, sala Gassman, fino a domenica 26 aprile, con Elisa Benedetta Marinoni e Mauro Parrinello, rispettivamente anche traduttrice e regista.
Dal 2001 sono passati quindici anni e anche in Italia la nuova drammaturgia britannica non è più una novità dirompente, anche grazie a iniziative dedicate come Trend, la rassegna curata da Rodolfo Di Giammarco, e l'importazione di autori come Martin Crimp e Tim Crouch, per esempio, da parte dell'Accademia degli Artefatti.
Fatto sta che questo lavoro che cerca il suo punto di forza in un'invenzione surreale come la possibilità, da parte di ogni
- Scritto da Maurizio Sesto Giordano
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E’ una storia di silenziosi rimpianti, di solitudini per scelta, per coincidenza o per vigliaccheria. Una storia che cambia, secondo il punto di vista di chi la racconta e che, in una Sicilia degli anni Cinquanta, in un paese dove tutti sanno ma nessuno dice, introduce lo spettatore, con raffinatezza, in amori cercati, voluti, inseguiti per una vita, di occasioni perdute, svanite e da racchiudere nel prezioso baule della memoria. Stiamo parlando dello spettacolo “Una sola storia”, tratto dall’omonimo romanzo della scrittrice agrigentina Elita Romano, nell’adattamento drammaturgico e regia di Tatiana Alescio, messo in scena al Teatro Canovaccio di Catania, nell’ambito della stagione di prosa 2014-2015, dalla compagnia Trinaura di Siracusa.
L’atto unico, in circa 60’, su un allestimento scenico essenziale (un tavolo, delle sedie, un calice, una bottiglia
- Scritto da Maria Dolores Pesce
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Traslazione-trascrizione in scrittura scenica basata su una sintassi fisica e su una intensa grammatica di movimento corporeo e coreutico, questa drammaturgia di Giulio Costa e Stefano Tè del Teatro dei Venti nasce da un testo teatrale di Ingmar Bergman del 1954, poco noto di per sé ma che costituì la base narrativa delle suggestioni del suo molto più famoso esito cinematografico, “Il Settimo Sigillo”.
Il sesto evento del Festival Akropolis, sabato 18 aprile negli omonimi spazi di Genova Sestri Ponente, affronta così, attraverso questo spettacolo, il tema della morte, anzi il tema del rapporto con la morte che ha suggerito sia la narrazione citata che la contemporanea riscrittura drammaturgica che, in particolare, ne enfatizza
- Scritto da Maurizio Sesto Giordano
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E’ uno spettacolo gradevole, movimentato, una favola ricca di simboli, di allegorie, che richiama tutti, ieri come oggi, a mantenere vivo l’interesse per i libri, per la cultura ed il sapere in genere, in un periodo, purtroppo, caratterizzato dall’appiattimento dei valori e dalla quasi assenza di curiosità. Il lavoro in questione è “Una solitudine troppo rumorosa” di Filippo Arriva, in scena alla Sala Musco di Catania, nell’ambito della stagione di prosa 2014-2015 e liberamente tratto dal racconto “Prilis Hlucna Samota” di Bohumil Hrabal, tradotto da Sergio Corduas, adattato per le scene dal giornalista e drammaturgo Filippo Arriva e diretto, con mano agile e delicata, da Francesco Randazzo.
La scenografia, curata, assieme ai costumi, da Dora Argento, mostra un magazzino sotterraneo con al centro una grande pressa
- Scritto da Emanuela Ferrauto
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La stagione volge al termine ma Napoli non arresta la sua macchina teatrale, anzi rende ingordo lo spettatore, accumulando spettacoli e debutti nel corso di pochi giorni. Tante le proposte durante queste ultime settimane di aprile. Ritorniamo presso il teatro Start Interno5 di Napoli, curiosi di osservare con attenzione questo nuovo testo, ADULTO di Giuseppe Isgrò, in scena il 17 e 18 aprile. Testo selezionato durante il festival napoletano ALTOFEST 2014, e ripresentato sul palcoscenico napoletano. Giuseppe Isgrò è fondatore della compagnia PHOEBE ZEITGEIST che ha sede a Milano ma che affonda, a tratti, le radici nel Sud, così come dimostrano le origini e le sonorità linguistiche dell’attore interprete di questo spettacolo, Dario Muratore, o come alcuni nomi noti del teatro palermitano, che emergono tra i membri di PHOEBE ZEITGEIST, vedi appunto Giuseppe Massa. Commistione Milano-Sicilia, ma in realtà fondamentalmente milanese questo gruppo di lavoro e di progetti,