Recensioni
Drammaturgia contemporanea in scena
- Scritto da Maria Dolores Pesce
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Un luogo nascosto di quel nostro Sud talora protagonista, ma tante più volte comprimario di un immaginario nazionale standardizzato in tanto cinema del dopoguerra, e non solo in quello cosiddetto di Serie B. “Borgo medioevale, Comune d'Europa....Benvenuti....Arrivederci”, è questo il luogo scelto da Oscar De Summa, e poco importano qui a mio parere le rivisitazioni o le esperienze autobiografiche, per innescare
- Scritto da Angela Villa
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Voci concitate nella pioggia, urla. Come effetto iniziale per un spettacolo l’idea non è male. Sei uomini arrivano in una casa, trovano cibo, abiti, soldi e alcune indicazioni scritte su minuscoli fogli di carta. Se vogliono rimanere nella casa e ripararsi dalla pioggia incessante, dovranno attenersi alle istruzioni dei padroni, tre di loro svolgeranno il ruolo di guardie e tre di carcerati. La sfida ha inizio. I protagonisti s’immedesimano
- Scritto da Maurizio Sesto Giordano
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Il Piccolo Teatro di Catania, per la fantasiosa ed intrigante regia di Gianni Salvo, ha messo in scena nella sala di via Ciccaglione, lo spettacolo “Totò e Vicè” di Franco Scaldati, con le musiche originali di Pietro Cavalieri e le scene e costumi di Oriana Sessa, offrendo al pubblico una incursione nel mondo grottesco, colorato e svagato di due personaggi – non personaggi (che ricordano Vladimiro ed Estragone
- Scritto da Maria Dolores Pesce
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Interessante e “balsamica” drammaturgia che, quasi per sua propria intima natura, porta a compimento, domenica 29 aprile al Chatel Allemand del Parco Culturale Le Serre di Grugliasco, “L'alba del Narrare”, non un festival né una rassegna teatrale, ma una 'occasione' come la definiscono gli ideatori, Alfonso Cipolla e Giovanni Moretti. Una occasione per ripensare, senza infingimenti ma anche senza costrizioni ideali o ideologiche,
- Scritto da Paolo Randazzo
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Quando un lavoro teatrale si presenta con un titolo che richiama la tradizione della drammaturgia classica occorre non solo, o non tanto, che questo spettacolo rispetti la tradizione d’arte a cui si richiama, ma che soprattutto porti in sé evidenti, seppure nei modi e nei termini che ogni artista liberamente ritiene, le tracce del dialogo intercorso con quella tradizione. Parliamo questa volta di “Troiane”, il lavoro che
- Scritto da Valeria Merola
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Per Daniele Timpano «Aldo è morto, poveraccio». Ai tempi di via Fani lui non aveva che quattro anni e la tragedia l’ha scoperta solo una decina di anni dopo, grazie al film di Giuseppe Ferrara. Il suo Moro ha la faccia di Gian Maria Volonté e la voce delle registrazioni dell’epoca. È un personaggio della storia, che passa attraverso il tubo catodico e diventa inevitabilmente un eroe postumo, con tutte le conseguenze del caso.