Articoli e interviste
- Scritto da Maria Dolores Pesce
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Sei finalisti, scelti faticosamente tra gli oltre 100 partecipanti, dal 12 al 14 dicembre tre giorni intensi di spettacoli al Teatro Akropolis di Genova Sestri Ponente, due menzioni speciali e ovviamente un vincitore, questo il bilancio ampiamente positivo di INTRANSITO, rassegna biennale di teatro under 35 organizzata dal Comune di Genova e giunta alla sua quarta edizione. L'organizzazione tripartita di Teatro Akropolis, titolare degli spazi scenici, di La Ghascona e di Officine Papage ha garantito una ribalta non usuale ed un sostegno notevole alle giovani risorse che il teatro italiano ancora mette in campo, ricche di entusiasmo ma soprattutto di idee, e ci ha dato la possibilità di conoscere complesse e articolate capacità di scrittura drammaturgica e di interpretazione scenica.
Soprattutto drammaturgia contemporanea della parola, dunque, modalità talvolta scarsamente valorizzata nel panorama teatrale nazionale e non solo all'interno delle programmazioni dei festival
- Scritto da Maria Dolores Pesce
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Fa piacere in una epoca di ignoranza assai poco santa e di spazi (pseudo)culturali, in rete o altrove, occupati da blogger ed influencer di varia provenienza e di impreciso indirizzo, che qualcuno non professionalmente si occupi di teatro e ne coltivi angoli e giardini in ombra che meriterebbero un po' più di sole. È il caso del genovese Gruppo Teatrale L'Atelier, sede nei vicoli del centro storico, che coltiva con passione, oltre il puro dilettantismo, il suo interesse per la recitazione e la messa in scena, quasi una ricerca individuale e soggettiva che aspira ad agganciare altrui sensibilità anche silenziose e inaspettate. Fondato nel 1968 il Gruppo propone letture e spettacoli di prosa, in rassegne e festival, trovando ispirazione nelle più innovative teorie di recitazione. Costante la partecipazione al Festival Internazionale di Poesia di Genova e al Bloomsday dedicato a James Joyce. Un gruppo di appassionati, dunque, che mantiene viva una tradizione, tra teatro popolare in
- Scritto da Maria Dolores Pesce
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Si è concluso al Verdi di Padova, un bel teatro ad alveare simbolo di tradizione italiana aperta da sempre alla innovazione, il percorso 2019 del “Premio Rete Critica” giunto, in continua crescita,alla sua nona edizione. Quest'anno ha visto, tra prima e seconda fase, il coinvolgimento di ben 33 blog e/o siti web indipendenti di informazione e critica teatrale, ovviamente noi di Dramma.it compresi, che fanno di “Rete Critica” e del suo Premio un osservatorio sensibile, diffuso su tutto il territorio nazionale, in grado di intercettare fermenti, ipotesi, tendenze e quant'altro navighi nel mare contemporaneo, e a volte sotterraneo, della drammaturgia italiana e del teatro in genere. La scelta, proprio per questo, non è stata facile quest'anno ma, poiché in un premio un vincitore è indispensabile, la giuria ha inteso sviluppare una buona discussione intorno ai finalisti, selezionati dopo la prima fase chiusa il 20 settembre e che è giusto qui ricordare:
- Scritto da Maria Dolores Pesce
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La danza si sa è un esercizio di equilibrio, ma non in senso tecnico, piuttosto perché, io credo, da sempre vive in equilibrio tra il darsi ed il ritrarsi, tra il segnare e consumare il proprio spazio, parabolico e circolare, ed il renderlo aperto e coerente con l'altro che lo attraversa. È per sua natura il mondo del sé che diventa consapevole, e dell'altro che lo guarda ed insieme si guarda, costruendo identità e storia. Peraltro, in questi ultimi anni, è sempre più raro assistere a spettacoli di gruppo, a compagnie di danza che il sé e l'altro coinvolgono nel medesimo spazio scenico. Nella nostra contemporaneità, al contrario, il palcoscenico è diventato in prevalenza il luogo di un performer o di una performer solitaria, che quello spazio con la sua danza fatica a tenere aperto quasi vi precipitasse ineluttabilmente il disagio della persistente crisi delle relazioni affettive e psicologiche, che vira ormai nella liquidità e virtuale vuotezza che ci contraddistingue. Anche questa performance coreutica è solitaria ed
- Scritto da Maurizio Sesto Giordano
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“Turi Marionetta” compie dieci anni. Il fortunato e pluripremiato spettacolo dell'attore catanese Savì Manna, che ha collezionato più di 60 repliche sui palchi di mezza Italia, Canada e Francia, viene riproposto giovedì 21 e venerdì 22 Novembre, al Centro teatrale Fabbricateatro, alla Sala Giuseppe Di Martino di Catania, in via Caronda 82, a dieci anni esatti dal suo debutto. Vincitore del Premio Vernacolo al concorso La riviera dei Monologhi, Bordighera (IM) nel 2015 e Vincitore del Premio Speciale Giuria Tecnica, XXXVI Premio città di Leonforte (EN) nel 2017, lo spettacolo “Turi Marionetta” si avvale delle scenografie e disegno luci di Salvo Pappalardo, delle marionette di Cartura, della musica “Rapsodia di una marionetta” di Savì Manna, produzione Leggende Metropolitane. “Turi Marionetta” è un monologo che racconta storie di marionette, pupi, pupari e cantastorie. In un atto unico viene rivisitata la storia sociale delle marionette, esaltando anche la grande tradizione
- Scritto da Maria Dolores Pesce
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Torna nell'ultima giornata di un Festival, quest'anno, particolarmente ricco ed interessante, la drammaturgia di parola in forma peraltro assai eterodossa, una forma cioè che sembra mettere in gioco la sua stessa identità, consapevolezza e coerenza anche rispetto al suo stesso pubblico. La coerenza dicevo, soprattutto tra struttura linguistica ed estetica ed un esito scenico che ne rispetti l'intenzionalità nella relazione e nella comunicazione con il suo pubblico. D'altronde è lo stesso pubblico che questa drammaturgia sembra mettere in discussione, nella sua identità singolare e collettiva. Può, tutto questo, sembrare estraneo ad un percorso molto concentrato sulla drammaturgia del corpo, nella danza e nella performance fino ad addentrarsi nel corpo stesso, arcaico, del mito e del teatro, in realtà può rappresentarne un corollario significativo, capace di svelare la forza complessiva e maieutica della scena rispetto alla realtà, in particolare alla realtà contemporanea. Ne è