Articoli e interviste
- Scritto da Maria Dolores Pesce
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Capita di questi tempi e in questi momenti di discutere circa la difficile osmosi tra teatro di ricerca e cosiddetto teatro istituzionale (quello degli Stabili per intenderci), della a volte un po' sorda comunicazione tra festival e stagioni, quasi dovessero ciascuna avere una propria strada e troppo pochi incroci. Certamente qualcosa va cambiando e l'innesto di questo Festival, giunto al suo decimo anno, proprio nel pieno del cartellone autunnale, è, in un certo senso, una positiva provocazione che è molto nelle corde di un gruppo, quello del Teatro Akropolis di Genova, che ci ha abituato ad una onestà critica, ad uno sguardo profondo e articolato nei riguardi di un teatro che cerca e ricerca oltre lo specifico dell'evento teatrale, dello spettacolo, che è comunque essenziale ma
- Scritto da Daniele Stefanoni
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«Chi era Guido Ceronetti? Nessuno lo sa, non è uno scherzo, non lo sa più nessuno o quasi. Del resto non lo sapevamo nemmeno noi». Parola di Corinna Agustoni ed Elena Callegari, le attrici-autrici che fino allo scorso 3 novembre hanno portato in scena al Teatro Elfo Puccini (corso Buenos Aires 33) un recital dedicato al grande scrittore. Però c’è recital e recital. Ceronetti fu il gran nume dell’inconsueto, forse poco capito, forse tutto da riscoprire. E non poteva essere da meno uno spettacolo dedicato alla rilettura dei suoi testi. La coppia Agustoni-Callegari si concentra sui “Deliri”, una raccolta di brevi componimenti a cavallo fra tonalità differenti, il surreale (dove Ceronetti è un maestro), il malinconico, il comico agro-dolce e il romantico. Le varie letture-interpretazione sono
- Scritto da Maria Dolores Pesce
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Il prossimo dicembre Angelo Pastore, dopo cinque anni di direzione, lascerà per sua scelta, motivata come vedremo da ragioni eminentemente personali, la direzione del Teatro Stabile di Genova, nel frattempo ritornato Teatro Nazionale. Terza nella lunga storia di questo teatro, caratterizzata nell'ultimo periodo da una certa chiusura involutiva e da una certa stanchezza, la sua è stata, fuor di dubbio, una direzione all'insegna della fedeltà ai valori del teatro ma anche caratterizzata dalla ricerca di una soluzione di continuità che superasse appunto chiusure e stanchezza. In questi cinque anni abbiamo visto realizzarsi e consolidarsi, anche attraverso l'unione con il Teatro dell'Archivolto, una struttura produttiva con quattro sale diversamente dislocate nella città e potenzialità non solo artistiche di alto livello, con pochi eguali in Italia, nonostante un bacino di utenza contenuto. Ma non solo, abbiamo soprattutto visto la stagione aprirsi a nuove sensibilità, dal teatro di ricerca alla
- Scritto da Maria Dolores Pesce
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A trent'anni dalla morte, a soli 65 anni, si è tenuto a Torino, patrocinio della Università degli Studi, organizzazione dell'Istituto per i Beni Marionettistici e il Teatro Popolare e della Compagnia Marco Gobetti, un interessante convegno di studi su “Gian Renzo Morteo trent'anni dopo”, appunto con eco dumasiana che, credo, non sarebbe spiaciuta al protagonista. Convegno direi eteroclito, nel senso positivo ed affettuoso del termine, per uno studioso in teoria e prassi certamente fuori tendenza, capace di sorprendere e sospendere il giovane studente Alfonso Cipolla ad una frase che non dimenticherà: <<Si ricordi, la soluzione va sempre cercata fuori dal sistema>>. La prima giornata, la vera e propria Giornata di Studi venerdì 18 ottobre, socraticamente organizzata per dialoghi a mo di isole nella corrente, navigando a toccare i temi più cari alle analisi di Morteo, tra “Teatro e Territorio”, “Teatro e Drammaturgia”, “Teatro e Università” e, infine, “Teatro e Ragazzi – Teatro e Scuola”,
- Scritto da Maria Dolores Pesce
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Nella coincidenza con la XV Giornata Del Contemporaneo, manifestazione nazionale promossa da AMACI e dedicata all'arte contemporanea, e quasi al termine del progetto biennale (Settembre 2018 – Dicembre 2019) dedicato alla morte e al morire, di cui abbiamo già trattato in queste pagine, il gruppo “Dello Scompiglio” sollecita il suo pubblico con iniziative dedicate che appunto proseguono e integrano quel suo più ampio progetto. Se la morte ed il morire continuano necessariamente ad accompagnarci consueti nel tempo collettivo e nelle storie personali, nel linguaggio al contrario si è come verificata una cesura che li allontana dalla percezione e dal discorso di sé, amputando quasi la vita stessa di qualcosa di essenziale che può renderla meglio percepibile, più a fondo comprensibile e soprattutto finalmente giudicabile e così a disposizione nostra e della collettività, piccola o grande non importa, che ci guarda e che ci riguarda. Recuperare al linguaggio il senso della morte attraverso l'elaborazione estetica nelle più diverse forme e attraverso la prassi artistica nei suoi molteplici e anche contraddittori esiti ci sembra quello che guida la ricerca, che
- Scritto da Angela Villa
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Settembre, si torna dalle vacanze e riaprono le scuole, a Milano, invece, andiamo un po’ vacanza... grazie a Tramedautore e Mare Culturale Urbano. (direzione artistica Angela Lucrezia Calicchio e Michele Panella) Il festival internazionale della nuova drammaturgia è una delle più importanti vetrine per la scrittura teatrale contemporanea. Dal 13 al 22 Settembre 2019 al Piccolo Teatro Studio Melato, Teatro Grassi e Chiostro Nina Vinchi abbiamo viaggiato fra spettacoli, conferenze, incontri con autori e seminari di drammaturgia. Quest’anno lo sguardo del festival era rivolto ai confini «…siamo obbligati a decidere se il confine è limen o limes, soglia o barriera, luogo dove ci trinceriamo o dove arriva lo sguardo, la volontà e il desiderio» (Massimo Cacciari) Ogni cultura è “in movimento” e il teatro è una finestra alta che ci spinge a guardare in alto, verso il cielo, oltre i muri, per creare e condividere nuovi linguaggi. Mare culturale urbano ha accompagnato Tramedautore,