Articoli e interviste
- Scritto da Maria Dolores Pesce
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Le drammaturgie ed il teatro in genere hanno ‘l’occhio lungo’ e ci sono temperie storiche in cui quanto più questo sguardo si è concentrato sulla propria contemporaneità tanto più è stato in grado di paradossalmente decifrare il futuro e dunque anche il nostro incerto presente. È questo, a mio avviso, il caso di quell’epoca di transito che visse la Germania post-napoleonica, divisa ed in preda a convulsioni oscure, politicamente instabili e ideologicamente passatiste e repressive, in cui la confusione dei ruoli sociali scuoteva le coscienze più sensibili. Un mondo misteriosamente eterodiretto ed in guerra con sé stesso, proprio come ci capita di vivere la nostra difficile modernità. È dunque, come lo è quello di Von Kleist, anche il caso di Georg Buchner, un autore non a caso mai rappresentato fin quasi alle soglie della nostra epoca e di cui Cesare Lievi propone una traduzione agile e
- Scritto da Maria Dolores Pesce
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Testo di Nicolò Bacigalupo profondamente riadattato da Gilberto Govi per una drammaturgia fortemente connotata dallo sguardo del suo primo e mai dimenticato protagonista e riproposta dal Teatro Stabile di Genova in occasione del cinquantenario della morte. Teatro cosiddetto dialettale dunque, quasi sempre dimenticato ovvero accantonato nel cosiddetto colore locale, ma che in questo caso riesce ad utilizzare il dialetto come raffinato strumento di radicamento in una cultura che va oltre il territorio per assumere un valore universale nel segno della più immediata conoscenza di sé stessi, come Eduardo insegna. Plot e trama sono dai più ben conosciuti, essendo tra l’altro tramandati e talora riproposti
- Scritto da Marcello Isidori
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Sono ormai moltissime, ma sempre troppo poche, le iniziative in giro per la penisola che, con la formula della rassegna, del concorso o del festival, propongono vetrine di assaggi o estratti di spettacoli realizzati per lo più da giovani artisti, allo scopo di fornire loro un'occasione di visibilità ed eventualmente di contatti con produzioni ed operatori teatrali. Moltissime ma sempre troppo poche a giudicare dalla cronica difficoltà di produzione e distribuzione di nuovi spettacoli da parte di chi ha pochi mezzi e talvolta molto talento. Ma l'occasione di misurarsi con il pubblico, anche se spesso composto quasi esclusivamente da addetti ai lavori, di confrontarsi con altri artisti e con osservatori di maggiore esperienza è sempre un'occasione di crescita e motivazione, un incoraggiamento a non demordere e a portare avanti la propria vocazione alla scena. Nogu Teatro ha organizzato,
- Scritto da Maria Dolores Pesce
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L’arte come modo di affermare la propria autenticità e dunque anche la propria libertà, è il sangue che scorre nelle vene di questa edizione del Festival “Resistere e Creare” conclusosi al teatro della Tosse di Genova sotto l’icastica dedica alla “rivolta”. Così Michela Lucenti, che del festival è direttore artistico, non a caso sceglie lo shakespeariano sonetto 121, che di questo desiderio è lirico e per niente criptico canto (lirico ma insieme tagliente e robusto come la lama di una spada sguainata contro l’ipocrisia del mondo) per la sua ultima creazione posta come una sorta di sigillo nel giorno di chiusura. Ideata a conclusione ed esito del laboratorio promosso da Teatro Civile e dal Corso di Alta
- Scritto da Maria Dolores Pesce
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Un ritorno quello di Wim Vandekeybus al Teatro della Tosse di Genova, e questo di un spettacolo che, per i tempi che corriamo e che nulla sembrano lasciare al futuro, sembrerebbe datato (è del 1999) ma dimostra una vitalità inesausta che le nuova messa in scena pienamente rivela. È una coreografia, e questo è abbastanza inusuale, interamente al maschile, in cui però, e forse proprio per essere così declinata, il femminile appare, per assenza ed in tralice, ancora più presente e forte, inevitabile e ineludibile per qualsiasi identità che voglia dirsi maschile. La coreografia recupera così una mitologia, così la chiamerei, del gesto maschile che centra l’affermazione di sé quasi in una danza di
- Scritto da Maria Dolores Pesce
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Otello affrontato dalla forza del femminile che getta il suo sguardo acuto e preveggente su un maschio cui è stato fatto carico, nella drammaturgia shakespeariana, di innumeri contraddizioni e contrapposizioni tanto da esserne inevitabilmente schiantato. Un personaggio in fondo amato e odiato, ammirato e compatito assieme, non privo di una inspiegabile simpatia sia sulla scena che tra gli spettatori. Michela Lucenti con questa sua coreografia drammaturgica affronta innanzitutto Otello con gli occhi di una Desdemona innamorata, carica di un erotismo tragico e anticipatorio della sua sfortunata parabola, e così mette straordinariamente a nudo, nel sempre più frenetico vorticare di eventi e protagonisti, proprio quelle contraddizioni che il Bardo ha incorporato nel suo personaggio ed in cui gli altri personaggi, e tutti noi, si insinuano con facilità. Lo fa con la forza della