I libri del mese
Per la segnalazione in questa rubrica inviare esclusivamente libri di teatro o drammaturgia a
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Le voci di Santiago a cura di Katia Ippaso
- Scritto da Marcello Isidori
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Le voci di Santiago
a cura di Katia Ippaso
Editoria&Spettacolo Roma 2008
pagg. 208 € 20,00
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Primo volume del progetto editoriale dell’Ente Teatrale Italiano. Le voci degli artisti che si sono incontrati a Santiago del Cile sulla nave-mondo del teatro. Alessandro Baricco, Rodrigo Bazaes, Romeo Castellucci, Alfredo Castro, Guillermo Calderón, Pippo Delbono, Ramón Griffero, Manuela Infante, Alexis Moreno, Motus, Rodrigo Pérez, Teatrino Clandestino, Antonio Skármeta, Ferruccio Soleri, Luis Ureta, Andrés Wood, Juan Carlos Zagal. Il linguaggio della scena nella società contemporanea: un viaggio appassionante dall’Italia al Cile. Il volume registra le esperienze del Festival di Santiago a Mil2008 al quale l’Ente Teatrale Italiano ha affidato una compagine rappresentativa della scena italiana di oggi e domani. Ma non solo, questo testo è la traccia di un percorso multiplo nel quale dare ai “nostri viaggiatori la possibilità di aggiornare la memoria e di adeguarla al lavoro del presente”. Un momento rigoglioso di eventi intorno ai quali raccogliere le epifanie, gli assoli, le affabulazioni di intellettuali ed artisti – da Alessandro Baricco a Rodrigo Bazaes, da Romeo Castellucci a Antonio Skármeta, da Pippo Delbono a Ramón Griffero – istituzioni ed organizzatori dei due paesi. La parola ai modi e ai linguaggi, alla storia e all’epica, al centro e alla periferia “mentre il teatro confessa, nei suoi assalti immaginifici, il proprio stato di necessità, il bisogno di conficcarsi, majakovskijanamente, nel cranio del mondo” dice la curatrice, che ha ideato e costruito il libro dopo aver vissuto direttamente la sua esperienza del Cile. Un lavoro prezioso dunque, perché inaugura una modalità di interagire con la contemporaneità di un’arte che sfugge nell’attimo in cui esiste. E che si inserisce nell’ambito di una curiosa e diffusa progettualità, capace di coinvolgere collaborazioni con Paesi ed istituzioni, tanto in Italia quanto all’estero, per testimoniare lo scambio di patrimoni culturali, per conservarne traccia e memoria, valorizzando specifiche identità e le interconnessioni con altre forme espressive, nei diversi contesti sociali.
(presentazione a cura della Casa Editrice)
Lina. Quella che fa brutti sogni di Massimo Salvianti
- Scritto da Marcello Isidori
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Lina. Quella che fa brutti sogni
di Massimo Salvianti
Titivillus edizioni Corazzano (PI) 2008
pagg. 62 € 10,00
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Vincitore del Premio Vallecorsi e del Premio ExtraCandoni nel 2007, Lina, quella che fa brutti sogni, nasce forse dalle esperienze dell'autore di animatore e teatrante in carceri e istituti per anziani. Ciò che conta è però che il personaggio di Lina è profondamente umano, genuino e simpatico. La sua vicenda, che si scopre mano a mano che le domande degli altri scavano nel suo passato, ci interessa e ci commuove. E alla fine ci inquieta. Una storia semplice, scritta col cuore prima ancora che con la tecnica. Un buon modo per riflettere su aspetti della società che spesso sfuggono a chi va sempre di corsa, a chi preferisce non fermarsi ad osservare le sfumature silenziose della vita di tante persone che sanno sopportare grandi dolori con discrezione e col sorriso sulle labbra.
La fuga di Gao Xingjian
- Scritto da Marcello Isidori
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La fuga
di Gao Xingjian
traduzione di Simona Polvani
Titivillus edizioni Corazzano (PI) 2008
pagg. 107 € 10,00
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La vicenda della genesi di questo testo di Gao Xingjian, artista totale cinese, nonchè premio Nobel per la letteratura nel 2000, ci sembra piuttosto curiosa. Commissionato da un teatro di Los Angeles per ricordare il massacro dei giovani universitari in Piazza Tienanmen nel 1989, cui il drammaturgo è stato testimone, una volta scritto e consegnato, non soddisfa le intenzioni celebrative dei committenti americani che chiedono dunque al drammaturgo di modificarne i contenuti. Xingjian non ci sta. Da spirito libero quel'è rifiuta di modificare il lavoro che approda oggi, nella traduzione di Simona Polvani, alle stampe italiane. E leggendolo si capisce tutto. Il dramma allude solo indirettamente agli avvenimenti cinesi. Non ci sono eroi nel testo ne' intenti celebrativi, ma solo due ragazzi in fuga, ed un uomo più maturo, anche lui in fuga, che da' voce forse alle idee dell'autore ma che comunque da voce a chiunque pensi che le lotte di piazza contro qualsiasi dittatura feroce, per quanto coraggiose ed ammirevoli, non possano che finire in un inutile e tragico bagno di sangue.
Il Principe costante di Calderon de la Barca - Slowacki per Jerzy Grotowski di Lorenzo Mango
- Scritto da Marcello Isidori
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Il Principe costante di Calderon de la Barca - Slowacki
per Jerzy Grotowski
di Lorenzo Mango
ETS edizioni Pisa 2008
pagg. 198 € 18,00
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Ottava pubblicazione della collana "Narrare la scena", una raccolta di saggi che costituiscono una vera storia del teatro intesa come dovrebbe essere: non solo elenco di correnti e tendenze, non solo elenco di testi e drammaturghi, non solo storia dello spazio scenico, della recitazione, delle scuole registiche ed attorali, delle istituzioni teatrali ecc... ma vero e proprio racconto degli spettacoli che hanno segnato la storia del teatro. E questo "Principe costante" del 1965 ha costituito una vera svolta nel teatro del 900 con un nuovo modo di concepire il teatro non come messa in scena o interpretazione di un testo ma riscrittura scenica (nel senso più ampio possibile) a partire da un testo. Il volume ci racconta, attraverso la penna di Lorenzo Mango, professore di Storia del teatro moderno e contemporaneo dell'Università L'orientale di Napoli, l'approccio drammaturgico di Grotowski al testo seicentesco, nella traduzione romantica del poeta polacco Slowacki, ci racconta i perchè della scelta di questo testo e il significato profondo che ha ispirato il regista polacco nell'allestimento, ci racconta i vari aspetti della drammaturgia dello spettacolo e il suo impatto coi vari pubblici internazionali che lo hanno visto. Ma soprattutto ci racconta lo svolgersi dello spettacolo così come lo vide il pubblico: i quadri, i monologhi, le azioni singole e corali degli attori, l'uso dello spazio e dell'unico oggetto scenico utilizzato. Ci parla del ricco simbolismo e della cura nelle sfumature che la regia ha messo in ogni elemento performativo. Ci racconta in definitiva del perchè si sia trattato di uno spettacolo "cruciale".