I libri del mese
Per la segnalazione in questa rubrica inviare esclusivamente libri di teatro o drammaturgia a
Associazione Dramma.it - Via dei Monti di Pietralata 193/c 00157 Roma
Oggetti da interpretare di Martin Crimp/Accademia degli Artefatti
- Scritto da Marcello Isidori
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Oggetti da interpretare
di Martin Crimp/Accademia degli Artefatti
Editoria&Spettacolo - Roma 2006
pagg. 176 € 12,00
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Il libro racconta l'incontro tra la scrittura obliqua e radicale di Crimp e l'immaginario scenico dell'Accademia degli Artefatti. Martin Crimp, autore dei testi raccolti in questo volume {Attempts on Her Life, la trilogia Meno emergenze e Consigli alle donne irachene), è uno dei drammaturghi più innovativi e interessanti della scena inglese contemporanea. Accademia degli Artefatti, compagnia teatrale romana che per prima ha intrapreso l'assedio alla complessità semantica e alle molteplici realtà indagate dall'autore inglese, ha vinto nel 2005 il Premio Ubu "Migliore proposta nuovo testo straniero" con lo spettacolo Tre pezzi facili, tratto dalla trilogia Meno emergenze. Completano il libro le foto delle messe in scena di Accademia degli Artefatti, le riflessioni sulla traduzione e sulla scrittura scenica che hanno disegnato in questi anni le diverse partiture degli spettacoli del gruppo e due interventi, di Rodolfo di Giammarco e di Paolo Ruffini.
Cornelia Battistini o del fighettismo di Massimiliano Perrotta
- Scritto da Marcello Isidori
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Cornelia Battistini o del fighettismo
di Massimiliano Perrotta
La Cantinella - 2006
pagg. 30 € 5,00
Librettino dalla forma povera ma per nulla privo di contenuti interessanti, questa mini pubblicazione di Massimiliano Perrotta, giovane autore, regista e documentarista Catanese, affianca il breve monologo "Cornelia Battistini" una "fighetta pentita" che racconta, con una struttura narrativa purtroppo un po' monca, la sua storia d'amore perduto, al minisaggio sulla cosiddetta peste del nostro tempo, e cioè il fighettismo, un modalità di comportamento ormai divenuta, secondo l'autore, vero e proprio modello culturale predominante della nostra società. La cantinella, che pubblica prevalentemente testi e saggi teatrali, è la casa editrice dell'Istituto di storia dello spettacolo siciliano.
Fuochi di veglia di Fausto Sesso
- Scritto da Marcello Isidori
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Fuochi di veglia
di Fausto Sesso
Zona - 2006
pagg. 225 € 14,00
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La casa editrice Zona ci propone due drammaturgie di Fausto Sesso, autore di origine campana che vive a Bergamo, scritte in collaborazione con Angelo d'Ambrosio (Fuori dalle mura) e con Iole Fuccella (Fuochi di veglia che da il titolo al volume). Si tratta di un vero e proprio dittico, caratterizzato da un'unica tematica, di cui la seconda pièce rappresenta lo sviluppo, potremmo dire quasi l'approdo, della prima. "Fuori dalle mura", dramma ambientato nell'Italia meridionale del XIV secolo, racconta la storia di Chiara, una ragazza del popolo con una sorprendente, e probabilmente un po' anacronistica, vivacità intellettuale che assiste nella piazza del paese all'esibizione di Pietro, un giullare con trascorsi da eretico. Per Chiara, una sorta di femminista ante litteram, si apre un orizzonte nuovo fatto di conoscenza, consapevolezza ed impegno "politico". In "Fuochi di veglia" la protagonista del XXI secolo è Sara, femminista post litteram, giovane donna in carriera, single per scelta. Il dramma è un lungo dialogo, sempre molto animato e sorretto da una buona sospensione drammatica, con l'anziana nonna di Sara, una donna all'antica, che per quanto vecchia e malandata non ne vuol sapere di lasciare la cascina di campagna in cui è sempre vissuta. Il tema centrale che unisce i lavori è la fine del mondo, quella che Pasolini diceva si verificasse ogni qualche millennio, e che qui è rappresentata nel passaggio dalla cultura contadina, fatta di affetti e forti legami sociali, di ruoli ben definiti e difficili da mutare, di profonda spiritualità e religiosità e anche di ritualismo e superstizione, alla cultura contemporanea, dove ad una maggior emancipazione e consapevolezza di se' fa da contraltare una desolante aridità affettiva e spirituale.
Orlando furioso di Ariosto Sanguineti per Luca Ronconi di Claudio Longhi
- Scritto da Marcello Isidori
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Orlando furioso di Ariosto Sanguineti per Luca Ronconi
di Claudio Longhi
Edizioni Ets - 2006
pagg. 194 € 14,00
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Sesta pubblicazione di “Narrare la scena - esercizi di analisi dello spettacolo”, una collana di monografie dedicate a spettacoli teatrali che hanno fatto la storia del teatro italiano e non solo degli ultimi anni, questo saggio di Claudio Longhi, ricercatore in Discipline dello spettacolo al Dams di Bologna, regista, e per molti anni assistente alla regia di Luca Ronconi, analizza e descrive la nascita e gli esiti di uno degli eventi teatrali più noti anche al pubblico meno esperto di teatro. Era l’estate del 1969 quando al festival dei due mondi di Spoleto accade qualcosa che spiazzò non poco le aspettative del pubblico e della critica in un contesto, oltretutto, già in parte avvezzo ai superamenti delle convenzioni drammaturgiche e performative che caratterizzavano molti degli spettacoli rappresentati in quegli anni. E proprio dal quadro di quegli anni, ricco di fermenti e d’inquietudini creative, che parte l’analisi di Longhi mostrando al lettore il fertile terreno in cui mosse i primi passi il progetto di Ronconi e Sanguineti, di portare in scena il poema di Lodovico Ariosto per soddisfare un’esigenza comune all’uomo di lettere incline al teatro e all’uomo di teatro incline alle lettere. L’esigenza, che prese lo spunto anche dall’ultimo romanzo sanguinetiano “Il gioco dell’oca”, era quella di sperimentare una forma rappresentativa che mettesse alla prova e di conseguenza rivelasse i meccanismi cognitivi e di fruizione del pubblico davanti ad una performance teatrale. Massimo rispetto del contenuto (Ronconi ha sempre confermato la sua fedeltà ai testi portati in scena) ma attenzione rivolta soprattutto alla forma rappresentativa. Il volume dedica un intero capitolo al corposo lavoro di Sanguineti sul “travestimento ariostesco” caratterizzato dalla esaltazione della pluralità e contemporaneità narrativa insita nella struttura del poema. Il capitolo successivo racconta invece il lavoro del regista, dalla giustapposizione del materiale testuale in funzione della rappresentazione al lavoro con i numerosi attori, agli scenografi e, in una parola, al montaggio dello spettacolo definitivo. Come oggi sappiamo, ma l’appassionante lettura di questo saggio serve a riscoprirlo con maggiori dettagli ed utilissimi approfondimenti teorici, l’opera risultò un ‘esperienza, probabilmente unica e mai più eguagliata, di spettacolo vissuto più che visto dallo spettatore che si trovò letteralmente circondato dall’azione, ed immerso nelle storie agite e raccontate dai numerosi personaggi, con la possibiltà di scegliere i “filoni” e dunque di costruirsi un proprio personale percorso di fruizione. L’ultimo capitolo documenta il lavoro realizzato alcuni anni dopo per tradurre lo spettacolo nel linguaggio televisivo andando a costituire un opera diversa ed autonoma rispetto all’originale teatrale, trasmessa dalla Rai in sei puntate nel 1975. La pubblicazione è arricchita da alcune critiche dell’epoca (tra cui un gustoso ed originale intervento di Gianni Rodari sulla versione televisiva dello spettacolo), da foto di scena e bozzetti originali delle complesse scenografie, dalla biografia di Luca Ronconi e da una nutrita bibliografia.