I libri del mese
Per la segnalazione in questa rubrica inviare esclusivamente libri di teatro o drammaturgia a
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La luce come pensiero a cura di Silvia Tarquini
- Scritto da Marcello Isidori
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Dalla seconda metà degli anni Ottanta Fabrizio Crisafulli tiene ogni anno, con importante continuità, laboratori nell’ambito dei quali realizza, insieme ai suoi studenti, spettacoli incentrati sulla drammaturgia degli oggetti, dello spazio e della luce. Il libro prende in esame gli esiti più recenti di questa straordinaria esperienza didattica, che è allo stesso tempo significativo momento della ricerca teatrale contemporanea. Crisafulli pone la luce alla pari rispetto agli altri elementi della creazione scenica, il testo, il corpo, il movimento, il suono, ricercando la possibilità di una sua autonomia linguistica. Non tanto per ribaltare le gerarchie costituite, quanto per restituire alla luce il suo carattere primario e generativo, rinunciando al quale difficilmente essa può, secondo l’artista-regista, contribuire alla capacità del teatro di far risuonare la realtà. Se i saggi della curatrice, Silvia Tarquini, e di Cristina Grazioli, storica del teatro, tracciano rispettivamente il percorso di questi laboratori e il complesso di riferimenti storici cui possono rinviare, il testo di Crisafulli e una lunga intervista analizzano nel dettaglio i workshop condotti dal 2004 al 2010 al Teatro Studio di Scandicci per gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Firenze, e i lavori da essi prodotti. Raccontando il tentativo di non separare l’apprendimento delle tecniche dalla consapevolezza delle questioni poetiche, ponendo la conoscenza della storia delle pratiche sceniche quale stimolo a continue verifiche concrete, e introducendo, in questa direzione, un concetto di grande interesse come quello di “storia attiva”. L’esposizione di criteri, metodi, riflessioni e motivazioni teoriche e gli esempi di soluzioni concrete fanno del volume, oltre che un contributo al dibattito sulla scena contemporanea, anche uno strumento didattico e momento di trasmissione di esperienze a chi opera in teatro.
Dalla Quarta di copertina
La luce come pensiero
a cura di Silvia Tarquini
Editoria & Spettacolo 2010
pagg. 154 € 15,00
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Il pescespada non esiste di Gli Omini
- Scritto da Marcello Isidori
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Quattro ragazzi toscani (Riccardo Goretti, Francesco Rotelli, Francesca Sarteanesi, Luca Zacchini) decidono di avviare, circa quattro anni fa, una ricerca simile a quelle che a volte i professori di liceo affidano ai propri studenti su un determinato tema d’attualità. Qui non ci sono professori, non ci sono studenti, e soprattutto non c’è alcun tema d’attualità. Restano solo le interviste. Anche se di interviste non si può esattamente parlare, meglio dire che si tratta di frasi, brevi monologhi, aforismi e racconti minimali, colti qua e là tra la gente dei posti visitati dai quattro ragazzi. Quasi tutti piccoli, anzi, piccolissimi centri della Toscana e qualcosa tra Emilia Romagna e Lombardia. La novità sta nella premessa di queste inchieste. I ragazzi trascorrono una settimana a parlare con la gente del paese sapendo che alla fine della settimana saliranno sul palco davanti a loro rappresentando i loro discorsi, le loro parole. C’è dunque in tutto questo una profonda e sincera necessità di rappresentare nient’altro che la chiacchiera, la filosofia spicciola, il luogo comune, la “saggezza” popolare, o al massimo, nei momenti più alti, lo sfogo e la confessione. Una “Memoria del tempo presente” ammesso che il tempo presente sia solo quello delle frasi della gente. Ma evidentemente la scelta è chiara: i quattro ragazzi non desiderano parlare di politica, di religione, di problemi sociali o culturali. A loro interessano “Gli omini”. I piccoli uomini che trasudano sogni improbabili o probabili frustrazioni. La cosiddetta gente della strada, quella che non fa la storia neanche della propria vita. Ed’è tale l’identificazione coll’oggetto della mission che loro stessi si chiamano così “Gli omini”. Il volume è dunque un diario del lavoro svolto in questi anni e che è approdato alla realizzazione di due spettacoli: “CRisiKo!” e “Gabbato Lo Santo”, lavori che hanno fruttato alla compagnia diversi riconoscimenti. Ogni capitolo della pubblicazione è dedicato alla sintesi del “materiale” raccolto in ciscun paese toccato dall’inchiesta. Nel libro sono presenti inoltre i testi completi degli spettacoli, comprensivi di foto di scena.
Il pescespada non esiste
di Gli Omini
Titivillus 2010
pagg 197 € 16,00
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L'attore senza ruolo di Nevio Gambula
- Scritto da Marcello Isidori
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Quello che potrebbe sembrare il titolo di una pubblicazione che affronta il problema della disoccupazione di questa speciale categoria di lavoratori in tempi di crisi, è in realtà la celebrazione di quella figura di attore che non interpreta personaggi ma che è autore di ciò che fa in scena. L'attore come interprete di se' stesso e che non si vuole a servizio della rappresentazione di un testo. L'attore come essere fonico che non si nasconde dietro a personaggi, che recita astrattamente e che, negando il personaggio-testo, mostra la sua personale tensione al senso del mondo. Sulle orme dei grandi maestri come Carmelo Bene e Leo De Berardinis, Gambula, che è sia attore che saggista, stila un vero e proprio manifesto teorico di questo modo d'intendere l'attore non disdegnando di suggerire esercizi pratici per lavorare in questa direzione. La pubblicazione raccoglie inoltre articoli e interventi teorici sul tema (già pubblicati su riviste o antologie critiche) analizzando alcune delle esperienze più importanti dal punto di vista storico e metodologico: Michele Perreira, Rino Sudano, Heiner Muller, il Teatro delle Albe e, naturalmente, Carmelo Bene. Interviene inoltre, in senso fortemente critico, sul cosiddetto Teatro di narrazione. Il volume è arricchito dai contributi di Antonio Attisani e Marco Palladini.
L'attore senza ruolo nel tempo dell'audience
di Nevio Gambula
Editrice Zona 2010
pagg 150 € 16,00
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Cinque giri di Ricard per Grace di Luigi Dellorbo
- Scritto da Marcello Isidori
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Tre pezzi per il teatro di Luigi Dellorbo, scrittore di narrativa e di teatro, dalle radici lombarde ma nizzardo d'adozione. Tre storie diverse ma con più punti in comune che differenze. A cominciare dai personaggi. Curati, affascinanti, mai completamente svelati. Persone che solo apparentemente appartengono al mondo della quotidiniatità ma che invece frequentano abitudini, lavori, luoghi (appartamenti) ed esperienze particolari e per nulla banali. Intrecci che si rivelano tali solo verso la fine, quando la vicenda, anzichè sciogliersi gradualmente come avviene di solito, dopo un iniziale sviluppo apparentemente lineare, si mostra ancora più ingarbugliata e con approdi che spiazzano le attese più facili. Ritmi falsamente pacati e toni ironici che alludono alla commedia fanno intravedere significati e risvolti molteplici e a più letture, non sempre rassicuranti. Tre lavori nel complesso godibili che si leggono immaginando la messa in scena, affatto scontata e immediata. La pubblicazione è introdotta da Sandro Pallavicini con un racconto che non pretende, ne' vuole, commentare le pièces. Eppure il clima del suo racconto introduce adeguatamente il lettore al viaggio che lo attende.
Cinque giri di Ricard per Grace e altre pièces
di Luigi Dellorbo
L'Artistica editrice 2008
Pagg 130 € 10,00
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