I libri del mese
Per la segnalazione in questa rubrica inviare esclusivamente libri di teatro o drammaturgia a
Associazione Dramma.it - Via dei Monti di Pietralata 193/c 00157 Roma
Il dramaturg a cura di Teatro aperto
- Scritto da Marcello Isidori
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Il dramaturg
a cura di Teatro aperto
Il principe costante Editore
pp. 144 € 10,00
Chi è il dramaturg? Che cosa significa «dramaturg»? La traduzione italiana «drammaturgo» non restituisce la complessità del termine tedesco. Questa semplice parola racchiude in sé funzioni, ruoli, capacità e saperi artistici, culturali e organizzativi spesso ignorati o misconosciuti, ma che alimentano da secoli la creazione teatrale. Nominare è già un primo passo per riconoscere. Walkie-Talkie nasce per iniziativa di Teatro Aperto come convegno dedicato all’indagine del rapporto fra testo e scena, e si sviluppa come quaderno che ne raccoglie i materiali. Il primo di questi appuntamenti, ospitato alla Scuola d’arte drammatica Paolo Grassi di Milano nel novembre del 2003, ha avuto lo scopo di delineare una figura professionale, a partire dal dato della sua clandestinità nella scena italiana. Gli atti qui presentati non si limitano a ripetere teorie o concezioni estetiche. Essi cercano di restituire la dialettica emersa nel corso del convegno, di presentare una pluralità di voci impegnate a individuare il possibile «dramaturg italiano», invitando a tentare vie ancora inesplorate. Tra gli altri sono intervenuti: Ferdinando Bruni, Jens Hillje, Claudio Meldolesi, Roberto Menin, Renata Molinari, Enzo Moscato, Massimo Navone, Oliviero Ponte di Pino, Antonio Tarantino. Questa prima pubblicazione con Il principe costante Edizioni inaugura la collana «i quaderni di i», dove troveranno spazio gli esiti degli appuntamenti teorici ideati da Teatro Aperto.
Wordstar(s) di Vitaliano Trevisan
- Scritto da Marcello Isidori
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Wordstar(s)
Vitaliano Trevisan
Sironi Editore
pp. 160 € 10,50
I tre drammi raccolti in questo volume hanno per titolo: “scandisk”. “defrag”, “wordstar(s)”. Parole familiari a chiunque adoperi un personal computer. Scandisk è lo strumento che verifica l’integrità del disco fisso (la sede della memoria del pc). Defrag è ciò che riorganizza e riscrive i dati conservati nel disco fisso, WordStar è un glorioso programma di videoscrittura, il più diffuso fino all’avvento di Microsoft Word. In “scandisk” gli operai di un magazzino di prodotti metallici, mentre spostano e riordinano pile di bancali, progettano un “colpo’ che dovrebbe permettere loro di cambiare radicalmente vita, eliminare gli errori, fare tabula rasa. In “defrag” tre voci sole, in una lenta e dolorosa scansione delle relazioni tra madre e figlie, parlano della vita di ciascuna di loro, dei loro rapporti fallimentari con gli ex mariti e amanti. All’ultima giornata di vita di Samuel Beckett è dedicata la terza pièce della trilogia: “wordstar(s)”. Il grande scrittore irlandese è rappresentato in una situazione al limite fra il grottesco e il tragico: incalzato dal ricordo della moglie, morta senza che lui quasi se ne accorgesse, e dalla presenza del direttore di una rivista di studi beckettiani in cerca di una finale e illuminante dichiarazione del ‘maestro’. Vi sono momenti delle vita nei quali bisogna — siamo costretti a — trattare la nostra memoria come quella di un pc: scomporne la continuità, afferrarne le sbavature, modellarne le crepe, per rendere il nuovo vissuto puro o, almeno, sopportabile. Con questa tesi avvincente si misura la nuova esplorazione letteraria di Vitaliano Trevisan.
Vitaliano Trevisan è nato neI 1960. Abita a Vicenza. Ha pubblicato i romanzi “Un mondo meraviglioso” (Theoria 1997, Einaudi 2003) e “I quindicimila Passi” (Einaudi 2002). Ha scritto le raccolte di racconti “Trio senza pianoforte/Oscillazioni” (Teoria 1998), “Standards vol. I” (Sironi 2002), “Shorts” (Einaudi 2004). È autore della sceneggiatura del film “Primo amore”, di Matteo Garrone (2004), di cui è anche attore protagonista.
Il crepuscolo della ragione di Drazan Gunjaca
- Scritto da Marcello Isidori
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Il crepuscolo della ragione
Drazan Gunjaca
Prospettivaeditrice
pagg: 88
Prezzo: euro 10,00
“Tutti gli uomini sono fratelli, anche quelli che hanno
dimenticato di essere uomini.
Loro hanno maggiormente bisogno di aiuto, sebbene non
Siano coscienti di questa necessità.”
D.G.
In questo dramma l’autore offre ai lettori “un intero e straniante tubo catodico dalla distruzione, dalle guerre dell’ex-Jugoslavia, la possibilità di vivere o rivivere l’immensa tragedia della martoriata terra balcanica”. La scena si svolge nel presidio di frontiera tra la Croazia e la Bosnia Erzegovina nell’estate 1993. All’interno del presidio si trova una prigione provvisoria in cui è rinchiuso Ante, croato, cinquantenne professore di storia, insieme a Husein, musulmano, recluta dell’esercito bosniaco, trentenne giurista.
“L’atmosfera di base del dramma è comica, e si tratterebbe infatti di una commedia se in gioco non ci fossero delle vite umane. Questa capacità che Gunjaca ha di dare un senso all’assurdo, proprio ricercando elementi comici nei destini umani altrimenti tragici dei suoi eroi, dà ai suoi drammi una dimensione ‘esistenziale’, una percezione del mondo distaccata e spostata. I suoi personaggi sono sempre perdenti felici, perdenti che trovano il senso della sconfitta. Così pure i protagonisti di questo dramma, che nonostante le circostanze ed il loro cambiamento, sono sempre condannati alla prigionia, non perché essa dipenda dalle circostanze ma perché è parte delle fondamenta della vita umana. E se è già così, come Gunjaca sembra volerci dire, non vale la pena prenderla in modo troppo tragico. L’atmosfera comica è in diretto conflitto con la sensazione di claustrofobia che si vive durante la lettura del dramma. Un’ossessiva sensazione di mancanza di spazio, soffocamento e colpa che non è razionale; viene da dentro e ci scuote al pensiero che tutti noi, anche se con minore intensità, giornalmente viviamo e sopravviviamo a situazioni simili a quella in cui si sono trovati i protagonisti di Gunjaca” (dalla prefazione di Srdja Orbanic).
Roulette balcanica di Drazan Gunjaca
- Scritto da Marcello Isidori
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Roulette balcanica
Drazan Gunjaca
Fara Editore
pagg: 78
Prezzo: euro 7,00
Un dramma necessario, forse non impeccabile ma necessario. Magari meno bello di tanti drammi inutili. Siamo nel settembre del 1991, in un appartamento della città di Pola, all'indomani dell'indipendenza della Croazia da uno stato in dissolvimento, la Jugoslavia. Il padrone di casa è Petar, ufficiale dell'esercito Jugoslavo, Serbo di nascita e divenuto, da un giorno all'altro, invasore a casa sua. Perché la Croazia è nemica dei Serbi e li tratta da invasori. Petar ha chiamato a casa sua l'amico ed ex collega Mario, Croato, che non fa più parte per sua scelta dell'esercito. Petar è stato abbandonato dalla famiglia, fuggita dall' "invasore" e ha deciso di ammazzarsi. Come scritto in una delle prefazioni del libro, pluripremiato in tanti concorsi anche italiani, l'incipit è un po' lento, raccontato, venato da una carica drammatica tutta interna ai lunghi dialoghi. Tale magma nascosto esploderà più avanti, grazie all'arrivo di nuovi personaggi, e con una serie di azioni convulse ed al limite della farsa, tale è il paradosso della situazione, così che si sorride di una tragedia in atto. Necessario si è detto, perché grazie a questa farsa tragica, ci si rende conto sulla propria pelle, degli assurdi meccanismi che spesso governano i rapporti umani, che vorrebbero essere naturalmente votati alla tolleranza, alla condivisione, alla pìetas, mentre sono costretti, dalle ragion di stato e dalle politiche dei signori delle guerre, a nutrirsi di odio, d'intolleranza, di razzismi e nazionalismi. E via d'uscita non ci può essere se "Io dopo vent'anni passati qui, (...) sono diventato straniero. Ancor peggio, invasore. Ho occupato i 44 metri quadri di solitudine della mia proprietà, sempre che non me ne vada. Sono il più misero esempio di invasore nella storia dell'umanità".