Data pubblicazione
09-11-2010 01:00:00
Appunti Per Un Teatro Politico
Fabio Massimo Franceschelli
Una farsa comica e grottesca e un “serio” monologo si alternano in tre quadri. Tutto gira intorno ad una domanda: che significa oggi essere di sinistra? Modernità e socialismo, borghesia e socialismo, Occidente e socialismo, capitale e socialismo… c’è davvero spazio per una sintesi accettabile o dobbiamo concludere che si tratta di poli antinomici? E in quest’ultimo caso, dove sta la coerenza del borghese occidentale che si professa di sinistra? Il monologo pone con affanno e confusione tali questioni, serie, pesanti, senza scampo; la farsa, invece, dà delle risposte “leggere”, disimpegnate, terribilmente e allegramente nichiliste… ma sembrano essere le uniche risposte che per ora si possono accettare. Nella farsa prevalgono personaggi brutti, scorretti, schizzati sulla carta attraverso stilizzazione e iperbole, sottrazione e deformazione, luoghi comuni talmente banali da sembrare indegni del concetto d’umanità. Ma sono personaggi e modi di “non-pensare” così familiari che, alla fine, nonostante il grottesco imperante tutto appare nella forma di un tranquillo e quotidiano realismo. Nel monologo prevale invece il porsi domande, disperate nella misura in cui scaturiscono dallo svelare con evidenza e logica stringente tutte le contraddizioni della nostra società e del nostro “moderno” modo di pensare. Si finisce, quindi, con un ridere disperato, un ridere che fa male.
dramma
italiano
2007
3
Da 61 a 90 minuti
10
4
0
0
no
Il testo è stato oggetto (insieme ad altri testi di Fo, Manfridi e Bernard) di un ciclo di lezioni all'Università del Vermont (USA) dedicate al teatro politico italiano
si