Un incontro tra amiche all'ora del tè. Due chiacchiere in un caldo, tipico salotto inglese. Ma che succede quando le protagoniste di questo incontro sono una donna inglese di origine ebrea e una donna mussulmana di origine araba? Apparentemente niente di particolare, se non fosse che il loro dialogo inizia lentamente ad imboccare strade inaspettate ed imprevedibili. Un fatto molto grave appena accaduto. Un tragico attentato. Si cerca di dimenticare, ricordando i bei tempi, le occasioni felici, gli avvenimenti positivi. Si cerca di ricordare per poter capire cosa è veramente successo quel terribile giorno di novembre. Per riuscire a comprendere di cosa, in realtà, fosse stata fatta fino a quel momento la loro vita. Ed così che tra i ricordi felici ne spuntano altri dolorosi e tragici che finiscono per mettere a nudo la vera anima delle due amiche. Ecco allora che, quelle chiacchiere prima innocenti e poi dolorose, si tramutano ben presto in uno strano processo dove imputato e pubblico ministero si scambiano sovente le parti; una tela di ragno viene tessuta intorno ad una ipotetica "vittima" che, a sua volta, cerca di divincolarsi da essa e di usarla contro il proprio "aguzzino". Da un fatto privato ad uno scontro etnico, culturale e religioso, violento e spietato, dal quale, alla fine, sembra impossibile trovare una via d'uscita. Gli "scheletri" privati e pubblici, familiari e universali dei personaggi e non solo, emergono, spietati, in questa pièce dove riecheggiano i temi dell' "undici settembre", e dove è arduo definire chi sia la vittima e chi il carnefice, chi il colpevole e chi, invece, l'innocente.