Data pubblicazione
16-11-2010 01:00:00
Crosspoint
Alfio Petrini
Il testo è dedicato alle vittime civili del bombardamento sulla città di Roma e ai militari "alleati" morti per ridare la libertà al nostro Paese. Penso che non ci siano guerre giuste e guerre ingiuste: soltanto guerre sbagliate. Ma il tema della guerra non è al centro della satura.
Fabula
Crosspoint è un viaggio attraverso il tempo, compiuto da Impiccione - tornato sulla terra per dare fastidio agli uomini -, e da tre donne: Sophia, che vive nel ricordo della morte del suo fratellino, schiacciato da un angelo di marmo; Fulvia, la figlia, che sogna l’amore e la famiglia; Rosetta, che ha interesse a conoscere e a comprendere). I quattro personaggi partono, restando nel luogo in cui si trovano (la casa di Sophia) alla ricerca di un angelo. L'angelo è una figura multiforme, ricorrente, che assume significati tecnologici, umani, metafisici. Angeli stupendi e angeli terribili. Come stupendi e terribili sono gli uomini. Civili e barbarici. Divorati e divoratori. Come stupende e terribili sono le ragioni che rendono amabile e odiabile il mondo. Durante il viaggio, i quattro protagonisti – osservatori e osservati – , assumono le vesti di molti personaggi che incontrano per le vie del mondo. Passano da una situazione all’altra in un crescendo di fatti e di avvenimenti. Partecipano alle prove di un finto bombardamento, attraversano una serata patriottica, smascherano Angelo autore di delitti, organizzano un attentato contro il dittatore, valutano i mercati interni, fanno incontri al vertice, intrecciano azioni diplomatiche e assistono a riti cannibaleschi, fanno baldoria con gli avieri nel corso di una notte sahariana, assistono al lancio di volantini sulla Città Eterna, partecipano alla decisione di Casablanca e arrivano rombanti nel cielo di Roma con la corsa del latte. Fulvia è delusa. La finzione scenica è effimera. Tre storie d’amore con tre uomini di nome Angelo: tre richieste di promessa duratura: tre delusioni. Tutto è inutile. La morte vince sull’amore. Stanca e addolorata, interrompe il viaggio: abbandona il palcoscenico e, come personaggio, muore. Sophia è tormentata dal ricordo dell’angelo con l’ala spezzata: ricordare vuol dire soffrire e odiare. Impiccione e Rosetta invece si divertono e, con lo stormo degli angeli d’acciaio, prima danno l’assalto al cielo e poi danno l’assalto dal cielo. Le furie tecnologiche si scatenano. Soffioni di macerie. Pioggia di fuoco. Cani famelici. Morte. Tutto è stato inutile. Silenzio abissale. Rosetta mette la caffettiera sul fuoco. Impiccione scompare nella botola da cui è venuto. Sofia tace. Cresce il soffio della caffettiera. Rosetta percepisce per la prima volta il profumo del caffè, annusa, e si sente inebriata. Offre una tazzina di caffè a Sofia e un’altra ad Angelo, il suo fidanzato, che è appena entrato. Poi ne riempie una per sé. Annusa ancora, beve ed esce, tenendo per mano con Angelo. Tutto muore, niente muore.
Note a margine
Quanti angeli nei cieli di Roma. Stupendi e terribili. Sono venuti con le armi per amore verso i fratelli. Per amore dei fratelli hanno fatto la guerra e facendo la guerra, hanno ucciso i loro fratelli. Hanno ucciso o sono stati uccisi. Una contraddizione irrisolta, che ha occupato e occupa ancora la mia mente. E’ uno sfacelo. Uno sfacelo che non è facile comprendere e che non è facile accettare. E’ su questo sfacelo che ho cercato di aprire gli occhi. Ma anche il fatto che alcuni eventi la prima volta appaiano come una tragedia, la seconda come una farsa, è uno sfacelo. La farsa tuttavia non sottrae valore alla “cosa” in sé, ma , al contrario, produce una maggiore estensione della coscienza critica. Anche puntare sullo spirito animale dell’uomo, invece che sulla esibizione spettacolare dei cadaveri, è uno sfacelo. Anche rimanere prigionieri del dolore e dell’odio - come Sophia -, anche perdere il senso dell’essere e del sembrare – come Fulvia -, è uno sfacelo. Quanti angeli nelle vie del mondo. Stupendi e terribili. Crosspoint è lo strumento e il gesto del puntamento. Implica un soggetto e un oggetto del puntamento. Punta l’uomo, lo mette al centro con tutto il suo carico d’insondabile mistero. Punta al cuore per amare e punta il cuore per uccidere. Nell’uomo stupendo e terribile c’è una sapienza che ho cercato di comprendere e di preventivare nella forma artistica del ‘teatro totale’, un genere che sta al di là dei generi in quanto li comprende o li può comprendere tutti. (a.p.)
commedia
italiano
2008
2
Da 91 a 120 minuti
31
12
3
3
no
si