Articoli e interviste
- Scritto da Marcello Isidori
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Valter Malosti firma la regia e l'adattamento teatrale di tre opere letterarie di fine ottocento, incentrando i tre lavori sulle donne protagoniste di Giro di vite di Henry James in scena dall'8 al 10 marzo, di Senso di Camillo Boito in scena dal 12 al 14 marzo e di Anna Karenina di Lev Tolstoj di cui è in scena il primo studio dal 15 al 17 marzo. A dare corpo e voce ai tre personaggi è Irene Ivaldi. I tre spettacoli sono in scena al Teatro di Villa Torlonia, gioiello recuperato da pochi anni dall'abbandono e l'incuria in cui è stato lasciato dalla seconda guerra mondiale, da quando cioè l'intera bellissima villa è stata abbandonata dalla famiglia Torlonia e dal suo più illustre inquilino: Benito Mussolini. Parentesi doverosa va dunque fatta su questo recupero difficilissimo fatto solo di recente, che ha
- Scritto da Maria Dolores Pesce
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D: Siamo a La Spezia e tra poco una compagnia di detenuti del locale carcere metterà in scena, per la stagione di FuoriLuogo, lo spettacolo frutto del laboratorio che, in quello stesso carcere, è stato tenuto dalla associazione teatrale Gli Scarti. Inizierei dunque proprio dal progetto che ha promosso e consentito, insieme ad altre, anche questa iniziativa, progetto dal nome suggestivo “Per aspera ad astra” e di cui tu sei stato in un certo qual modo il fautore. Che significato ha per te questo progetto e la sua realizzazione?
P: Che io ne sia o meno il fautore, vorrei entrare nel merito del progetto il cui accadere è stato per me comunque inaspettato. Inaspettato, cioè, è stato questo incontro a Volterra in cui per la prima volta, grazie alla spinta della Cassa di Risparmio di Volterra che ci segue dall'inizio e che ha costruito l'evento, molte fondazioni bancarie si riunivano per conoscere il nostro lavoro nel carcere. Inaspettato anche trovarsi, in quella circostanza, di fronte a persone sorprendentemente attente, competenti e interessate, talora più di chi istituzionalmente si occupa di politica culturale, politici, assessori o funzionari che siano. Io non conoscevo l'Acri, la sua sezione cultura e le fondazioni bancarie nel loro insieme e così mi sono presentato all'incontro senza soverchie illusioni. Abbiamo
- Scritto da Maria Dolores Pesce
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Per la tesi di laurea, così potremmo definirla, del master di recitazione della Scuola del Teatro Nazionale di Genova, Marco Sciaccaluga ha scelto uno Shakespeare en masque, e non solo nel senso letterale del termine, ma anche nel senso che attraverso l'uso della maschera, alla Bruno Besson per intenderci, ha saputo distillarne un significato scenico molto fedele ma insieme efficacemente innovativo e moderno. Lo ha fatto imponendo ai movimenti scenici un ritmo inusuale per la tragedia “del dubbio”, così da ampliare oltre il palcoscenico l'orizzonte della rappresentazione portata tra noi e dentro di noi, e lo ha fatto, sotto il velo della maschera, ruotando gli attori in più ruoli e, a ribaltamento della tradizione del teatro elisabettiano, sovrapponendo e confondendo generi e identità, proprio come in una favola. Un Amleto en masque, dicevo, che dunque proprio come nelle modalità sue contemporanee delle esibizioni di corte, nasconde la tragedia nella sintassi alternata di recitazione,
- Scritto da Angela Villa
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Un’ampia scalinata accoglie i finalisti del premio “Amici di Ron”, siamo in una delle sale dell’hotel Palazzo Parigi, che sorge su un edificio del XVIII secolo, Palazzo Kramer, distrutto da bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale e riconvertito in istituto bancario negli anni Cinquanta. I lavori di ristrutturazione, iniziati nel 2008 su progetto dell’architetto Paola Giambelli, mantenendo inalterato il giardino esterno, hanno restituito tutta la bellezza all’edificio. L’hotel in stile anni Quaranta, nato dalla collaborazione di Paola Giambelli e Pierre Yves Rochon, è stato inaugurato nel 2013. In questa meravigliosa cornice gli organizzatori del premio hanno accolto scrittori di poesia, teatro, musicisti. Un premio che vuole dare risalto alle arti in generale, come sottolinea Donatella Rampado, scrittrice e presidente del comitato scientifico-letterario. L’evento è stato presentato dall’attore Luca Forlani. Il premio prevede anche una sezione teatrale. La scrittura teatrale è una forma poetica di espressione
- Scritto da Maria Dolores Pesce
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Tutt'altro che un omaggio al genio agrigentino questo Enrico IV di (e l'attribuzione è a mio avviso del tutto giustificata) Carlo Cecchi, che lo adatta rivisitandolo e lo dirige con mano straordinariamente moderna, facendone una riflessione sul teatro che, più che meta-teatrale, appare alla fine quasi anti-teatrale. Con il distacco di quella sua particolare ironia alienata, infatti, Cecchi riesce a riscrivere la medesima e consueta narrazione con sintassi affatto diversa, senza spostarne o modificarne lo sviluppo ma traslandone il senso con slittamenti sintattici e drammaturgici quasi inavvertiti ma in grado di modificarne la percezione scenica. È questo un Enrico IV paradossalmente molto umano ed in questo riportato dalle lontananze del teatro metafora e riproduzione della vita ad una vicinanza quasi domestica, contigua dunque a ciascuno di noi che per recitare giorno per giorno non abbiamo bisogno di cadere da cavallo e, con l'occasione, fingerci pazzi, per difesa o per gioco e divertimento. Così
- Scritto da Maria Dolores Pesce
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È l'ultima delle “Lezioni di Storia” organizzate dal Teatro Nazionale di Genova e dalla “Editori Laterza” e si è tenuta in matinée domenica 13 gennaio negli ampi spazi del Teatro della Corte davanti ad un pubblico numeroso. Gli incontri (avevamo dato conto del primo sulla Guerra) riprenderanno il prossimo settembre. Protagonista di questa interessante lezione Emilio Gentile, storico di fama e di profonda preparazione scientifica, professore emerito alla Sapienza di Roma, e oggetto della sua prolusione un argomento vasto e pieno di implicazioni, implicazioni che vanno, e sono andate, ben oltre lo specifico storico per riguardare una più generale condizione dell'uomo e dell'umanità vista dall'occhio non solo della letteratura ma della stessa filosofia. In effetti Gentile ha assunto per guardare il grande tema del secolo breve e del suo fallimento un angolo di visuale per così dire 'sbieco', quello di uno scrittore e di un romanzo “scandaloso” e cioè Henry Miller ed il suo essenziale